Due figlie e altri animali feroci, di Leo Ortolani

“Due figlie e altri animali feroci” è un romanzo divertente, anzi, è proprio un libro che faDue figlie e altri animali feroci, Leo Ortolani ridere, e tanto. Scritto da Leo Ortolani, disegnatore del fumetto Rat-Man, è stato pubblicato dalla Sperling & Kupfer nel 2011, e, a un testo esilarante, aggiunge qualche vignetta nello stile del fumettista emiliano. Nel racconto, e nei fumetti, Ortolani e sua moglie Caterina sono volati in Colombia, per incontrare Johanna e Lucy Maria, le due sorelline che hanno adottato. La trafila burocratica dell’adozione internazionale, fatta di infiniti documenti da recuperare e di snervanti incontri con psicologi e assistenti sociali, é stata lunga e faticosa. Finalmente insieme alle bambine, Leo e Cate pensano che il loro unico pensiero possa essere quello di costruire una famiglia insieme. Ma le scartoffie li perseguitano anche lì, con tanto di timbri, visti, nulla osta e qualsiasi altra autorizzazione immaginabile.

Il punto di forza del libro: è l’ironia contagiosa di Ortolani, che riesce a sdrammatizzare anche i momenti più sconfortanti del difficile percorso di adozione. Johanna e Lucy Maria hanno il loro bel caratterino e il libro, se narrasse solo delle peripezie della famiglia Ortolani, sarebbe già spassoso di suo. A questo si aggiungono un avvocato che parla come il corvo Rockfeller, un amico colombiano affetto da melomania, una Paris Hilton in miniatura a cui manca solo il chihuahua, altre coppie incastrate nello stesso lentissimo meccanismo, il tutto narrato in un diario che sembra quasi un romanzo.

Perché leggere Due figlie e altri animali feroci: perché Ortolani è veramente un bravissimo scrittore, oltre che un fenomenale fumettista, e riesce a raccontare un tema complesso con semplicità e allegria. Non c’è presunzione nel libro, nonostante l’autore e sua moglie abbiano compiuto un gesto di grandissimo amore. E non ci sono dettagliate recriminazioni per l’ottusa burocrazia che ha rallentato il loro percorso: Ortolani ha il suo stile mordace sia quando disegna che quando scrive, e, con metafore ed epiteti buffi, colpisce sempre nel segno. Un grande merito va quindi all’autore, che ha descritto magnificamente questo momento importante nella vita della famiglia Ortolani. E un grande merito va anche a tutte le famiglie adottive, che creano amore dove c’era abbandono, solidità dove c’era sofferenza, futuro dove il passato è un peso sul cuore.

Genere: romanzo umoristico (autobiografia)

Si fa presto a dire Adriatico, di Fulvio Ervas

“Si fa presto a dire Adriatico”, pubblicato dall’editore Marcos y Marcos, è uscito nel 2013 in versione brossura. Si tratta della sesta avventura dell’ispettore Stucky, poliziotto metàCopertina libro Si fa presto a dire Adriatico, di Fulvio Ervas veneto e metà persiano, nato dalla penna di Fulvio Ervas. L’estate trevigiana avanza pigramente, mentre Stucky cerca di trovare qualcuno con cui trascorrere un paio di settimane al mare. La fidanzata Elena non può partire, lo zio Cyrus non vuole, e Stucky salta in sella alla sua Morini con il cane Argo come compagnia e la costa croata come destinazione. Mette le tende in un campeggio naturista, ma la sensazione di essere solo uno dei tanti corpi al sole dura poco. Un omicidio scombussola i campeggiatori e il senso del dovere dell’ispettore, perché “un poliziotto non va mai in vacanza”.

Il punto di forza del libro: è lo stile di Ervas, che riesce a intrecciare storie e personaggi  con sorprendente fluidità. L’indagine di Stucky e l’avventura dei pescatori di Chioggia, gli scogli dell’altra parte dell’Adriatico e la saporita cucina balcanica: il racconto si snoda come le strade tortuose che scendono e risalgono la costa croata, tenendo il lettore sempre attaccato alle pagine, desideroso di vedere cosa c’è dietro la prossima curva.

Perché leggere Si fa presto a dire Adriatico: perché l’autore riesce a descrivere un personaggio con un dettaglio, a spiegare una situazione con un dialogo, a raccontare la Storia con un ricordo. E perché Ervas è uno scrittore intelligente, brillante e originale, indipendentemente dal successo annunciato di “Se ti abbraccio non aver paura”.

Genere: romanzo giallo

All’inseguimento del gatto perduto, di Caroline Paul

“All’inseguimento del gatto perduto” è il racconto di una vicenda realmente accaduta aCopertina libro All'inseguimento del gatto perduto, di Caroline Paul Tibia (detto Tibby), uno dei gatti di Caroline Paul, l’autrice. Uscito in Italia nel 2013 per la Adriano Salani Editore, il libro alterna il resoconto della sparizione del gatto Tibby con originali e divertenti illustrazioni. Tibby è un tranquillo e timido micio tigrato, anche un po’ troppo timido per essere una tigre in miniatura (i genetisti hanno scoperto che gatti e tigri condividono circa il 96% del DNA). Ma un giorno Tibby, contrariamente alle sue abitudini, non rientra a casa. La Paul è convinta che sia stato rapito, o peggio, ma quando, dopo qualche tempo, lo vede ritornare, felice e pasciuto, non sa darsi pace. É possibile che il pauroso e insicuro Tibby si sia allontanato di sua spontanea volontà? La Paul si arma di rilevatore GPS, mappe e macchina fotografica, decisa a scoprire dove vada Tibby quando sparisce per qualche giorno.

Il punto di forza del libro: è la passione per i gatti. L’autrice confessa fin da subito di amarli alla follia, e infatti un po’ di follia c’è di sicuro nel suo tentativo di mappare il girovagare di Tibby. Ma è una pazzia innocua e anche un po’ buffa, spinta dall’amore verso il suo gatto e dal timore di perderlo.

Perché leggere All’inseguimento del gatto perduto: perché è un libro facile, leggero, adatto a lettori di tutte le età. E perché è un libro che parla di gatti, e gli appassionati di libri (e pure Youtube) adorano i gatti.

La banda della culla, di Francesca Fornario

“La banda della culla” è il primo romanzo di Francesca Fornario, esilarante autrice diCopertina libro La banda della culla, di Francesca Fornario satira per la radio e la televisione. Pubblicato nel 2015 da Einaudi, il libro incrocia la storia di sei personaggi, tre coppie che si trovano a fronteggiare la maternità. Claudia e Francesco sono due squattrinati studenti, incastrati in un farraginoso sistema universitario. Veronica e Camilla desiderano matrimonio e figli, ma sono nate nel Paese sbagliato. Giulia e Miguel sono alla soglia dei quarant’anni e sentono che il tempo a loro disposizione sta per scadere.

Il punto di forza del libro: in realtà sono due, ossia lo stile della Fornario, caustico, brillante, irriverente, maleducato, a volte spiazzante, e la storia, originale nella sua ordinarietà. La narrazione non è mai lineare, eppure è chiara e scorrevole. Il racconto apre a ogni capitolo un diverso seguito, un finale scontato e uno sorprendente, un cambiamento prevedibile e uno improbabile.

Perché leggere “La banda della culla”: perché è un libro maturo e intelligente, e lo è anche perché usa un vocabolario sanguigno e diretto. E perché racconta quello che tutti sanno, e cioè che la vita è assurda e ingiusta. Ma anche che ognuno di noi ha la possibilità di reagire e di provare a cambiare il mondo. E se non ci riuscirà, almeno, provandoci, “avrà cambiato un poco” sé stesso. E “questa, ecco, questa è una buona cosa da insegnare ai” propri “figli”.

Genere: romanzo umoristico

Rebel – Il deserto in fiamme, di Alwyn Hamilton

“Rebel – Il deserto in fiamme” è il primo romanzo di una giovane scrittrice canadese,Copertina libro Rebel Il deserto in fiamme, di Alwyn Hamilton Alwyn Hamilton. Pubblicato per l’Italia da Giunti Editore nel 2015, è tradotto da Sara Reggiani, già conosciuta per l’ottimo lavoro con la saga young adult Lux. Ambientato in un mondo fantastico, che per gli scenari ricorda molto il videogioco Prince of Persia (ma con le pistole al posto delle spade), vede la diciassettenne Amani tentare di ribellarsi al proprio destino. Amani vive in uno sperduto villaggio di frontiera con gli zii, dopo che sua madre è stata impiccata per aver ucciso suo padre. Abilissima con la pistola, una sera fugge di casa per partecipare a un torneo presso l’arena dei pistoleri, così da racimolare qualche soldo per andarsene in città, a Izman. Ma vincere onestamente non è facile come aveva creduto, e Amani è costretta a scappare con un altro dei concorrenti, un affascinante straniero soprannominato il Serpente dell’Est. Jin, questo il suo nome, si rivelerà essere ben più che un tiratore provetto in cerca di denaro, e anche Amani dovrà affrontare un segreto che le cambierà la vita.

Il punto di forza del libro: è la costruzione dei personaggi, soprattutto della protagonista Amani. Raccontato in prima persona dalla giovane pistolera, il libro prende vita attraverso le sue parole e i suoi sentimenti, senza perdersi in noiose spiegazioni. Anche il rapporto con l’enigmatico Jin si sviluppa pagina dopo pagina, a mano a mano che Amani, che la vita ha reso cinica e sprezzante, impara a fidarsi di lui.

Perché leggere Rebel – Il deserto in fiamme: perché è un libro fantasy originale, con creature possenti come i destrieri Buraqi, Incubi che si cibano di paura, un sultano che vuole il potere assoluto, armi micidiali in grado di distruggere una città in pochi secondi. E anche perché, pur essendo un libro romantico, ha una protagonista coraggiosa e intelligente, sicura di sé e in grado di cavarsela in ogni situazione, leale con gli amici e incapace di mentire, e pure un po’ beffarda e arrogante. Insomma, una brava ragazza.

Genere: romanzo fantasy (young adult)

L’eco lontana delle onde del nord, di Corina Bomann

“L’eco lontana delle onde del nord” è un romanzo d’amore di Corina Bomann, uscito inCopertina libro L'Eco lontana delle onde del nord, di Corina Bomann Italia nel 2015 per la Giunti Editore. Annabel, la protagonista, si è da poco trasferita a Sassnitz, sul Mar Baltico, con la figlia di cinque anni Leonie. Separata dal marito, ha scelto l’isola di Rügen per ricostruirsi una vita lontana da Brema e dai brutti ricordi. Annabel è nata nella Germania dell’Est, dove viveva con la madre Silvia prima che questa scomparisse improvvisamente. Adottata da una famiglia di Stralsund, ha cercato di convincersi per anni che la sua madre biologica l’avesse lasciata per fuggire all’Ovest. Ma quando decide di comprare un vecchio peschereccio, la “Rosa delle Tempeste”, per farne una barca da turismo, i dubbi riaffiorano. Nell’intercapedine della cabina passeggeri trova la lettera di Lea, una donna in fuga dalla Repubblica Democratica Tedesca. Anche sua madre è fuggita così? E se in realtà non fosse fuggita e il motivo per cui è sparita fosse un altro? Con a fianco l’affascinante Christian, suo socio in affari, Annabel tenta di ricostruire la vita di Lea, sperando di riannodare anche i fili della propria.

Il punto di forza del libro: è la delicatezza con cui l’autrice descrive situazioni e personaggi. Anche un argomento così doloroso come la divisione delle due Germanie, durata fino alla caduta del Muro di Berlino, viene trattato con sensibilità, senza esasperazioni. La Bomann ha uno stile fluido ma non banale, riuscendo a dare il giusto peso ai dettagli. Purtroppo dalla Giunti Editore ci si sarebbe aspettati un editing migliore della versione italiana.

Perché leggere L’eco lontana delle onde del nord: perché ha tutti gli elementi di un buon romanzo rosa, con cuori infranti e nuove passioni, ricordi difficili da cancellare e legami da riallacciare. E perché il mare dell’Europa settentrionale, che sia il Mar Baltico o il Mare del Nord, attualmente è un’ambientazione che va molto di moda nei libri di narrativa romantica (ma “L’eco lontana delle onde del nord” è forse l’unico, fra questi, che merita di essere letto).

Genere: romanzo d’amore

Colazione da Tiffany Trott, di Isabel Wolff

“Colazione da Tiffany Trott” è un romanzo d’amore di Isabel Wolff, uscito in Italia perCopertina libro Colazione da Tiffany Trott, di Isabel Trott la Salani Editore nel 2001. La trasposizione in italiano del titolo originale (“The trials of Tiffany Trott”) ha voluto giocare sull’assonanza con “Colazione da Tiffany”, rafforzata dalla medesima condizione di single di Tiffany, la protagonista di questo libro, e la Holly Golightly del libro di Capote (e del film con Audrey Hepburn). Tiffany ha trentasette anni e un disperato desiderio di sposarsi. Dopo alcune relazioni fallimentari con uomini che non avevano nessuna intenzione di impegnarsi, decide di dedicarsi sistematicamente alla ricerca di un marito. Tra agenzie matrimoniali, inserzioni sul Times, feste per single, appuntamenti al buio e annunci su messagerie telefoniche, Tiffany non si fa mancare niente, compresa una vacanza al Club Med e un matrimonio, purtroppo non il suo.

Il punto di forza del libro: è la facilità con cui lo si legge. Semplice, scorrevole, richiede solo un po’ di memoria nel seguire le vicende familiari degli amici di Tiffany. Una lettura da divano, con una tazza di tè caldo in mano e l’inverno che bussa alle finestre.

Perché leggere Colazione da Tiffany Trott: perché è giusto tenersi aggiornati, preparati, motivati. Ma è volte è bello anche perdersi in un libro facile, ambientato prima di Internet e della condivisione a tutti i costi. Un romanzo rosa originale, forse un po’ ripetitivo in alcuni punti, ma comunque piacevole.

Genere: romanzo d’amore

Assassinio all’Ikea, di Giovanna Zucca

“Assassinio all’Ikea”, pubblicato nel 2015 da Fazi Editore, è un divertentissimo giallo diCopertina libro Assassinio all'Ikea di Giovanna Zucca Giovanna Zucca. O almeno la copertina suggerisce che sia un giallo, data l’immagine di un grosso coltello in puro stile Ikea, con tanto di prezzo stampato a fianco. In realtà, più che di misteri e omicidi, in questo libro si parla di vita. Di quella di Erminia, la narratrice, e della sua amica Anna Laura, di quella del commissario Loperfido (un nome, un programma) e della giovane ispettrice Esposito. E si racconta anche di mariti noiosi e amanti ancora più noiosi, di mamme piene di segreti e di figli dalle improvvise e insospettate capacità, di veraci amiche del Sud d’Italia e di complicate famiglie del Nord. Naturalmente il morto c’è, e per quanto riguarda l’assassino… qui di più non si può dire.

Il punto di forza del libro: è l’originalità della scrittura della Zucca. Finalmente una narrazione frizzante e moderna, a volte un po’ esplicita, ma comunque sempre perfettamente coerente con il racconto e la storia. Dialoghi brillanti, misti di veneto e di napoletano, ma con un uso dell’italiano acuto e vivace.

Perché leggere Assassinio all’Ikea: perché è un libro divertente, diverso dal solito, caustico. Perché sono quasi trecento pagine, ma si leggono in un attimo. Perché la storia sembra banale, eppure è raccontata in modo particolare e stravagante. Perché la Zucca ha scritto un ottimo libro in un ottimo stile, e di questi tempi non è una cosa così comune.

Genere: romanzo umoristico (giallo?)

Il romanzo di Matilda, di Elisa Guidelli

Copertina libro Il romanzo di Matilda, Elisa Guidelli“Il romanzo di Matilda” è un romanzo storico di Elisa Guidelli, eclettica scrittrice con una vera passione per il Medioevo. Pubblicato nel 2015 da Meridiano Zero, il libro ripercorre, in quasi quattrocento pagine, la vita della Grancontessa di Toscana (o di Tuscia) Matilde di Canossa, una donna che, a dispetto dell’epoca in cui visse, seppe lasciare un’impronta vivida nella Storia. Dalla sua nascita, figlia prediletta del conte Bonifacio, fino agli ultimi istanti di una vita fatta di sacrifici e di rivincite, di passioni e di lutti, ma soprattutto di scelte coraggiose, il libro è quasi una biografia, ma raccontata come un romanzo storico.

Il punto di forza del libro: è la corposa narrazione, ricca di particolari storici. La Guidelli racconta gli intrighi della corte imperiale e quelli della curia papale, le vicende di nobili e popolani, le tradizioni, i costumi, i modi di vivere medievali. E sempre con l’occhio preciso dello storico e la mano leggera del romanziere.

Perché leggere Il romanzo di Matilda: per conoscere la vita della contessa Matilde sotto una luce meno fredda e impersonale di quella dei libri di storia, che raccontano di lei quasi solo per la scomunica di Enrico IV e per la penitenza dell’imperatore nel dover andare a Canossa. E perché è un libro ben strutturato: feroce quando narra la disgraziata condizione femminile nel Medioevo, accurato quando dipana la matassa delle macchinazioni di papi e imperatori durante la lotta per le investiture, profondo quando tratteggia l’animo di una grande donna come Matilde di Canossa.

Genere: romanzo storico

La bara d’argento, di Ellis Peters

La bara d’argento, uscito in lingua originale nel 1981 e in italiano dieci anni dopo, è laCopertina libro La bara d'argento, fratello Cadfael, Ellis Peters prima delle indagini di fratello Cadfael. Personaggio creato dalla scrittrice di romanzi storici Ellis Peters (vero nome Edith Pargeter), Cadfael é un monaco benedettino dell’abbazia di Shrewsbury, nell’Inghilterra, o piú precisamente nel Galles medievale, tra il 1135 e il 1145. Dal suo passato avventuroso, il monaco ha ricavato una vasta competenza sulle piante medicamentose e anche una profonda conoscenza dell’animo umano. Automatico per lui trovarsi a indagare sulla morte di Rishiart, ricco proprietario terriero, coinvolto in una diatriba con il monastero di Shrewsbury per il possesso delle reliquie di Santa Winifred.

Il punto di forza del libro: è l’avvincente intreccio tra le storie dei personaggi e la Storia dell’Inghilterra del dodicesimo secolo. La Peters ricrea ambientazioni vivide e ricche di particolari, in cui fa muovere magistralmente Cadfael e i coprotagonisti. Amore e denaro, sacro e profano: con questo primo libro si delineano solo alcuni dei personaggi che rendono appassionante la saga di Cadfael. Una serie di romanzi storici che prosegue per piú di venti libri.

Perché leggere La bara d’argento: perché è un libro adatto a tutti, piacevole senza essere frivolo, accurato senza essere noioso, veritiero senza essere violento o scabroso. E perché i romanzi in serie sono sempre confortanti, è come ritrovare, libro dopo libro, un vecchio amico. Un amico che, vivendo nel Medioevo, tutti avrebbero voluto avere.

I venti romanzi della saga di fratello Cadfael, tutti meritevoli di recensioni positive, sono:

  1. La bara d’argento
  2. Un cadavere di troppo
  3. Il cappuccio del monaco
  4. La fiera di San Pietro
  5. Due delitti per un monaco
  6. La vergine nel ghiaccio
  7. Il rifugiato dell’abbazia
  8. Il novizio del diavolo
  9. I due prigionieri
  10. Il pellegrino dell’odio
  11. Mistero doppio
  12. Il corvo dell’abbazia
  13. Il roseto ardente
  14. L’eremita della foresta
  15. La confessione di fratello Haluin
  16. L’apprendista eretico
  17. La missione di fratello Cadfael
  18. Il monaco prigioniero
  19. Un sacrilegio per fratello Cadfael
  20. La penitenza di fratello Cadfael

A questi si aggiunge “Una luce sulla strada di Woodstock”, con tre racconti sulla vita di Cadfael prima che diventasse un monaco.

I misteri di Chalk Hill, di Susanne Goga

“I misteri di Chalk Hill” è un romanzo della scrittrice tedesca Susanne Goga, uscito inCopertina libro I misteri di Chalk Hill, di Susanne Goga Italia nel 2015 per Giunti Editore. Ambientato nell’Inghilterra del Diciannovesimo secolo, tra le colline del Surrey e Londra, ha come protagonista Charlotte Pauly, istitutrice tedesca di Emily, figlia del deputato Sir Andrew Clayworth. Ellen, la madre di Emily, è morta in circostanze misteriose, e altrettanto inspiegabili sono i motivi per cui Sir Andrew ha proibito a tutti, figlia di compresa, di nominare la moglie morta. Ma la presenza di Ellen sembra non aver abbandonato la casa, al punto che Emily sostiene di parlare ancora con lei e di vederla. Affiancata dall’ironico Thomas Ashdown, caustico critico teatrale, Charlotte cercherà di aiutare la piccola Emily, che ormai sembra essere diventata pazza.

Il punto di forza del libro: è l’ambientazione del libro, tra dimore di campagna e sale da tè, passeggiate nei boschi e gite in carrozza, cene di gala e serate nei teatri londinesi, così come dovevano essere nel 1890. Come confessa l’autrice nell’epilogo, l’influenza di Jane Eyre si fa sentire, ma il libro è comunque originale, un piacevole romanzo storico, che si colora a tratti di giallo e a tratti di rosa.

Perchè leggere I misteri di Chalk Hill: per le atmosfere inglesi, per gli accenni alle favole tedesche, per la storia romantica, per i personaggi d’altri tempi. E anche per la scorrevolezza della scrittura e la precisa caratterizzazione dei protagonisti, che fanno di Susanne Goga un’ottima autrice.

Genere: romanzo storico (un po’ romantico, un po’ giallo)

Il labirinto occulto, di Luca Filippi

“Il labirinto occulto” è un romanzo storico, o meglio un noir storico, edito da una piccolaCopertina libro Il labirinto occulto, Luca Filippi e giovane casa editrice, la Leone Editore. L’autore, Luca Filippi, è laureato in Medicina, scienza che gli è stata preziosa per creare il suo protagonista, Tiberio di Castro. Siamo nel 1503 e Tiberio è speziale allo Spedale di Gorizia. In realtà le avventure di Tiberio di Castro iniziano nel dicembre del 1499, a Roma, dove è medico di fiducia del cardinale Farnese (“L’arcano della papessa. Intrigo alla corte dei Borgia”) e continuano nel 1500, quando lo speziale viene coinvolto negli intrighi di Caterina Sforza (“Sangue giudeo”). In questo terzo romanzo, Tiberio viene incaricato di indagare sulla morte sospetta di un mercante di libri, Janus de Visser. Ma presto viene lui stesso accusato di omicidio, dopo il ritrovamento del cadavere di un legato della corte d’Asburgo che doveva acquistare un misterioso manoscritto proprio dal De Visser. Isabella, figlia di Janus, lo aiuta a fuggire di prigione, grazie all’aiuto di un ambiguo monaco, Jean Christophe. Inseguiti dal bargello di Gorizia e dall’infido cardinale Guillaume Lafonte, cercheranno di risolvere insieme l’enigma che sta dietro i due omicidi.

Il punto di forza del libro: è l’originale connotazione storica, magistralmente ricostruita da Filippi. Gorizia e Venezia degli inizi del sedicesimo secolo diventano anche loro protagoniste di questo romanzo, grazie alle curate, ma mai noiose, descrizioni dell’autore. Le conoscenze mediche di Filippi, poi, rendono ancora più realistica e interessante la figura di Tiberio, un nuovo investigatore del passato che mescola intuito e scienza.

Perché leggere questo libro: perché è un libro che mette insieme personaggi reali e immaginari, creando un racconto storicamente valido e narrativamente avvincente. È un piacere seguire Tiberio nelle sue peripezie, assistendolo mentre mette in pratica le sue conoscenze mediche per curare poveri e potenti, per smascherare assassini o per svelare misteri (come quello del “divoratore di sudari“). E perché è un romanzo storico ambientato in Italia e scritto pure da un bravissimo autore italiano.

Genere: romanzo storico (giallo)

La verità, vi spiego, sull’amore, di Enrica Tesio

La verità, vi spiego, sull’amore, citazione di “La verità, vi prego, sull’amore” del poetaCopertina libro La verità vi spiego sull'amore, Enrica Tesio inglese Wystan Hugh Auden, è il primo romanzo di Enrica Tesio, già conosciuta per il suo blog. Pubblicato da Mondadori nel 2015, ha come protagonista Dora, trentacinque anni, due figli piccoli, un ex compagno, una grande amica e un gatto di nome Zora. Dora, alter ego della Tesio, si destreggia tra i figli e il lavoro, ancora quasi incredula di ritrovarsi sola.

Il punto di forza del libro: è la rara combinazione di portentosa comicità e delicata poesia, che vi farà ridere di gusto, ma anche commuovere fino alle lacrime. La Tesio sa parlare di amore in modo strabiliante, senza sdolcinature o immagini preconfezionate. Del suo amore sconfinato per i figli, di quello lacerato per il suo compagno, dell’amicizia autentica. E contemporaneamente sa essere tagliente e sardonica, sinceramente irruenta, ironicamente sboccata.

Perché leggere La verità, vi spiego, sull’amore: perché è come mettere il cuore sul carrellino delle montagne russe. L’autrice vi porterà su e giù, dalle spassose disavventure di Dora, ai rimpianti di un futuro perduto, dai graffianti dialoghi con Sara e con il “tato” Simone, alle meravigliose “lettere sulla maternità””. E sempre vi divertirete, sempre continuerete a leggere, quasi rammaricandovi di vedere scorrere troppo velocemente le pagine tra le mani. E perché, oltre che un libro da leggere, questo è un libro che va riletto e pure consigliato, per rimettere a fuoco le priorità, per sollevarsi il morale, per riportare tutto nella giusta prospettiva.

Quindi, perché non dare uno sguardo anche al blog della Tesio, Tiasmo?

Genere: romanzo umoristico

Il nuovo calendario dell’Avvento, di Antonia Arslan

“Il nuovo calendario dell’Avvento”, nella nuova edizione del 2014 di PiemmeVoci, é unCopertina libro Il nuovo calendario dell'Avvento di Antonia Arslan libro di Antonia Arslan, scrittrice italiana di origine armena. Difficilmente catalogabile (un po’ autobiografia, un po’ raccolta di racconti), narra in 25 capitoli – tanti quanti i giorni di un calendario di avvento – altrettante storie, tutte collegate, direttamente o indirettamente, alla vita dell’autrice.

Il punto di forza del libro: é la sottile dolcezza, a volte venata di malinconia, che lega tra loro i venticinque racconti. Con uno stile impeccabile ma al contempo semplice, la Arslan srotola il filo dei ricordi e con questo trascina con grazia i lettori nel mondo della sua infanzia: le rimpatriate della grande famiglia armena, con “parenti in tante parti del mondo”; le lunghe estati sul mare veneziano, non ancora soffocato di locali notturni e cemento; le memorie di un popolo, quello armeno, che si intrecciano alle tradizioni della campagna veneta.

Perché leggere Il nuovo calendario dell’Avvento: perché è un libro piacevolmente insolito, commovente ma non triste, scorrevole ma non banale, che invita a “lasciarci cullare dal ritmo lieve della tenerezza”. E perché ogni racconto è luminoso e denso di particolari come una bella fotografia. Una fotografia che fa venir voglia di conoscere di più della storia del popolo armeno, con un altro libro (Antonia Arslan ha scritto anche “La masseria delle allodole”, finalista al Campiello, premio Stresa per la narrativa e diventato un film). Oppure con una valigia al seguito e aiutati da una buona guida di viaggio, quale quella di Nadia Pasqual, “Armenia e Nagorno Karabakh: monasteri e montagne sulla via della seta”, la prima guida italiana interamente dedicata all’Armenia.

Genere: autobiografia

Lo schiavo di Roma, di Steven Saylor

“Lo schiavo di Roma” è il secondo capitolo della saga di Gordiano il Cercatore,Copertina libro Lo schiavo di Roma di Steven Saylor personaggio nato dalla fantasia di Steven Saylor. Pubblicato per l’Italia dal Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, questo libro è ambientato otto anni dopo il primo romanzo, “Sangue su Roma”, di cui riprende solo i personaggi principali. È quindi possibile leggere il secondo romanzo senza aver letto il primo, anche se una lettura cronologica permette di apprezzare meglio i cambiamenti nella personalità dei protagonisti. È il 72 a.C. e Gordiano è un investigatore che si muove agli albori dell’Impero Romano, quando la Repubblica sta ormai cedendo sotto le spinte di Mario e Silla, Pompeo e Crasso. Spartaco e la rivolta degli schiavi infiammano l’Italia meridionale, mentre a Roma si attende il ritorno di Pompeo dalla Spagna per mettere fine ai disordini. Gordiano viene ingaggiato da un ricco quanto misterioso personaggio per indagare su un crimine che sembra legato all’insurrezione degli schiavi, un crimine che lo porta alle pendici del Vesuvio, in un paesaggio ancora intatto e ridente, ignaro di quanto accadrà un secolo e mezzo dopo.

Il punto di forza del libro: è l’originalità del racconto, che mescola personaggi inventati con figure realmente esistite, quali Marco Licinio Crasso e Marco Tullio Cicerone (qui, e ancor di più in “Sangue su Roma”). Saylor parte dai testi storici, come la “Vita di Crasso” di Plutarco, e ne ricava la base per un giallo avvincente, perfettamente inserito nel contesto temporale.

Perché leggere Lo schiavo di Roma: perché la scrittura di Saylor è fluente e piacevole; e perché è un ottimo romanzo storico, circostanziato e realistico, anche se, per certi passaggi più espliciti, non adatto a lettori troppo giovani.

Genere: romanzo storico (giallo)

L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, di Alice Basso

“L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” è una novità della primavera 2015.Copertina libro L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome, di Alice Basso Pubblicato da Garzanti, è il primo romanzo di Alice Basso, già redattrice per diverse case editrici. Presentata come una storia di fantasia (anche se l’esperienza dell’autrice è evidente in molti passaggi), vede protagonista Silvana (detta Vani) Sarca, trentenne ghostwriter per le Edizioni L’Erica. Per il suo lavoro conosce prima Riccardo Randi, giovane romanziere in crisi dopo il successo del suo primo libro, e Bianca Dell’Arte Cantavilla, scrittrice che sostiene di parlare con gli angeli. Quando quest’ultima scompare, Vani viene prima sospettata del rapimento e poi informalmente reclutata dal Commissario di Polizia Berganza per aiutarlo nelle indagini. Nel frattempo il rapporto con Riccardo prende una piega molto personale, riportando alla memoria di Vani alcuni episodi della sua adolescenza.

Il punto di forza del libro: è la caratterizzazione dei personaggi, definiti in modo volutamente (e squisitamente) esagerato, quasi fossero protagonisti di un fumetto. La somiglianza di Vani con Lisbeth Salander o del Commissario Berganza con Philip Marlowe (o con Dick Tracy) è divertente e non banale, ed è soprattutto un omaggio alla letteratura. Del resto, che i personaggi siano un po’ dei supereroi moderni si capisce dai loro nomi, con la stessa lettera iniziale di nome e cognome, come Peter Parker, o Dylan Dog. Peccato solo che il Commissario Berganza si chiami Romeo.

Perché leggere L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome: non per il motivo per cui è stato pubblicizzato, ossia che “sveli i segreti del mondo dell’editoria” (quali segreti?), ma perché é un romanzo piacevole, ben costruito, con un’ottima base di conoscenze letterarie, ma anche con la fluidità giusta per piacere a chi vuole una lettura facile. E perché è un romanzo rosa senza essere sdolcinato e un romanzo giallo senza essere angosciante (e in alcuni brani pure umoristico).

Genere: romanzo d’amore

La situazione è grammatica, di Andrea De Benedetti

“La situazione è grammatica” è un saggio di Andrea De Benedetti, pubblicato nel 2015Copertina libro La situazione è grammatica, Andrea De Benedetti da Einaudi. In ventisette brevi capitoli, l’autore presenta i più tipici (e fastidiosi) errori di grammatica, dall’utilizzo approssimativo della punteggiatura, all’uso zoppicante dei tempi verbali, fino all’impiego di locuzioni e termini che, grazie anche alla diffusione tramite la televisione e il web, stanno velocemente sovvertendo proprio le regole che, fino a pochi anni fa, li bocciavano come sbagliati.

Il punto di forza del libro: è la vivacità culturale di De Benedetti, che arricchisce il libro di storia e letteratura, riferimenti alla fisica ma anche al gossip, alla politica e all’informatica, e sempre con una scrittura fluida e comprensibile, spesso ironica e scanzonata. Questo libro, così come altri, è l’esempio di come la classificazione per genere, pur necessaria per non perdersi nell’oceano della produzione letteraria, rischi di allontanare quel lettore amante dei romanzi da un saggio che è più appassionante di molti gialli e più divertente di tanta narrativa umoristica. Che poi “La situazione è grammatica” sia anche un testo utile è pregio da non sottovalutare, posto che in italiano scriviamo tutti i giorni, fosse anche uno sgangherato sms.

Perché leggere La situazione è grammatica: per numerosi motivi (perché è utile, perché è scritto in modo chiaro e scorrevole, perché l’argomento è originale) ed essenzialmente per uno: perché fa ridere.

 Genere: saggio (umoristico)

L’enigma del gallo nero, di C.J. Sansom

“L’enigma del gallo nero”, pubblicato nel 2003 in Italia dalla Sperling & Kupfer Editori, inaugura la serie di gialli storici di Matthew Shardlake, personaggio che ha reso famoso lo scrittore C.J.Copertina libro L'enigma del gallo nero, C.J. Sansom Sansom. È il 1537 e Shardlake è un avvocato presso la corte inglese di Enrico VIII, alle dirette dipendenze del primo ministro del sovrano, Thomas Cromwell. La soppressione degli ordini monastici, voluta da Enrico VIII e alacremente perseguita da Cromwell, ha portato un commissario regio, Robin Singleton, all’abbazia benedettina Scarnsea. Singleton, che sta segretamente investigando su dei presunti illeciti compiuti di monaci, viene però trovato ucciso e, nella stessa notte, viene profanato l’altare della chiesa del convento e rubata una famosa reliquia. Shardlake è mandato a indagare, forte delle sue conoscenze legali, ma anche del suo acume.

Il punto di forza del libro: è l’ambientazione cupa e ambigua in cui si muovono i personaggi: l’epoca Tudor, con i suoi sanguinosi intrighi, la Londra misteriosa di Enrico VIII e Anna Bolena, i monaci, con i loro segreti così cari alla letteratura in giallo, un monastero lugubre e freddo, al limitare di una palude infida. Sansom aggiunge all’inquietante scenario un protagonista originale, un avvocato (come lo era anche l’autore, prima di dedicarsi unicamente alla scrittura), che una malformazione scheletrica e le esperienze dell’infanzia hanno reso sagace e critico, un investigatore ideale per muoversi nell’enigmatica Inghilterra scossa dallo scisma anglicano.

Perché leggere L’enigma del gallo nero: perché i complotti che hanno caratterizzato l’epoca Tudor sono uno sfondo sempre avvincente, su cui Sansom fa muovere il suo Shardlake in più di un romanzo. E quindi diventa ancora più piacevole fare la conoscenza di questo brillante avvocato ne “L’enigma del gallo nero” sapendo che, una volta finito questo libro, c’è già “La scomparsa del fuoco greco” che ci aspetta.

Genere: romanzo storico (giallo)

Qualcosa che somiglia al vero amore, di Cristina Petit

“Qualcosa che somiglia al vero amore” è il primo romanzo di Cristina Petit, pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Tre60. La protagonista, Clémentine, ha appena ereditato da una lontana eCopertina libro Qualcosa che somiglia al vero amore, Cristina Petit sconosciuta parente un appartamento in centro a Parigi. Un appartamento perfetto, non solo per viverci, ma anche per farne lo spazio per sviluppare la sua idea. Tirocinante psicologa, Clementine vuole provare a usare i libri e la lettura per curare i bambini, attraverso la libroterapia. Ma la storia di Clémentine si intreccia con quella di Albert, che la nota un giorno per strada, aggrappata ad un ombrello durante un nubifragio, lei a piedi e lui in auto, fermo a un semaforo. La rivede in metropolitana e se ne innamora, pur non riuscendo a trovare il modo di avvicinarla. Decide quindi di farne il personaggio di un libro, un libro d’amore che riscuote un grande successo. Spinto dal suo editore, Albert prova a rintracciare Clémentine, anche se non ne conosce nemmeno il nome.

Il punto di forza del libro: è il candore che caratterizza i personaggi, estremamente positivi e felici. Un candore che potrebbe rischiare di essere lezioso, se la scrittura della Petit non ne dimostrasse la sincerità e l’effetto quasi terapeutico. Qualche dubbio possono suscitare all’inizio il titolo e la copertina, così simili a quei romanzi d’amore fatti in serie, di così poco spessore e ancora meno coraggio. Ma bastano alcune pagine per avvertire il benefico influsso di questo libro, un libro dove la violenza resta fuori dalla porta e il dolore viene affrontato con pacifica determinazione.

Perché leggere Qualcosa che somiglia al vero amore: perché leggere questo romanzo è come fare un bel tuffo nella bontà, in quel sentimento sdolcinato e appiccicoso, ma anche irrinunciabile e miracoloso. E perché trovare una scrittrice italiana che sappia parlare di amore e di vita in modo così suggestivo è sempre una bella scoperta.

Genere: romanzo d’amore

Qualcosa di vero, di Barbara Fiorio

“Qualcosa di vero” (Feltrinelli, 2015) è l’ultimo libro di Barbara Fiorio, già autrice del saggio “C’era una svolta”, rilettura in chiave ironica delle fiabe vere, ossia quelle nella loro versione originale (inCopertina libro Qualcosa di vero, Barbara Fiorio molti casi profondamente diversa da quella disneyana).  E sono proprio le fiabe vere quelle che Giulia, disincantata pubblicitaria, racconta alla sua vicina di casa di nove anni, Rebecca, trasferitasi da poco nello stesso palazzo. Rebecca e Giulia si conoscono una sera, sul pianerottolo, dopo che la bambina si è chiusa per sbaglio fuori di casa. La mamma di Rebecca è al lavoro e per Giulia non c’è alternativa che accogliere la ragazzina nel suo appartamento. Tanto Rebecca è quasi troppo assennata e matura per i suoi nove anni, quanto Giulia è imprevedibile e spiazzante per essere un’adulta: una combinazione perfetta per un’amicizia. Ogni sera in cui la bambina è a casa da sola, Giulia le racconta una fiaba, ma non una fiaba “per bambini”, bensì una “fiaba vera”, dove le principesse non sono poi così ingenue, né tantomeno intelligenti, e i baci non servono né a svegliare belle addormentate, né a trasformare ranocchi in principi. E se di notte rivivono le “fiabe vere”, di giorno scorre la vita vera, che per Rebecca significa una scuola e dei compagni nuovi, mentre per Giulia, divisa tra Fabio, galante corteggiatore e Lorenzo, fidato amico di vecchia data, vuol dire capire chi è veramente il suo principe azzurro, per non rischiare di accontentarsi di uno stalliere qualunque.

Il punto di forza del libro: è lo stile della Fiorio: originale, emozionante, vivace, fresco, spiritoso, in una parola splendido. Brevi descrizioni, dialoghi veloci e brillanti, e i personaggi sembrano materializzarsi fuori dal libro, coinvolgendo intensamente il lettore. Ci si affeziona in un attimo a Rebecca, ci si identifica in Giulia, si tifa per Lorenzo (ma anche un po’ per Fabio), si viene insomma intrappolati in questo libro come per una magia, la magia dei bravi scrittori.

Perché leggere Qualcosa di vero: perché il senso pratico di Giulia, quando narra a Rebecca la fiaba di Raperonzolo (“ceduta per un mazzo di erbette, con un nome da deficiente e allevata da un’incantatrice senza il senso della misura”) è esilarante. E perché il romanzo stesso è una favola, una favola in cui gli orchi esistono, ma esistono anche le fate madrine, senza bacchetta e formule magiche e, proprio per questo, più reali e coraggiose.

Genere: romanzo umoristico