Genere: autobiografia
“Il silenzio delle conchiglie” è uscito per la prima volta, in America, nel 1903, quando Helen Keller, protagonista ed autrice del libro, aveva solo 23 anni. È stato ristampato poi molte volte (la prima in Italia nel 1907), e nel 2014 la Edizioni e/o lo ha riportato in libreria, grazie ad una nuova traduzione, ad opera di Maddalena Gentili. Nell’autobiografia, la Keller racconta i primi vent’anni della sua vita, dalla malattia che la rese sordo-cieca quando aveva solo 19 mesi, alle difficoltà per imparare nuovamente a comunicare, fino all’ammissione ad Harvard, primo passo di una brillante carriera che la vide scrittrice, insegnante e attivista politica.
Il punto di forza del libro: è la positività e l’ottimismo che traspare da ogni pagina, da ogni riga, da ogni parola. Chi ha conosciuto la Keller (e la sua insegnante Anne Sullivan) tramite la trasposizione cinematografica che ne fece Arthur Penn nel 1962 (Anna dei miracoli, doppio premio Oscar per le due protagoniste), ritroverà qui la bambina fattasi donna e l’insegnante diventata amica. E della Keller adulta apprezzerà la gioia che, nonostante la disabilità, l’autrice è riuscita a riversare in ogni sua attività, quasi che la sfida che impegnò ogni istante della sua vita non fosse così ardua come in realtà fu.
Perché leggere Il silenzio delle conchiglie: perché è un libro che dà speranza, e non solo a chi affronta, su se stesso o attraverso i propri affetti, la disabilità. È un libro che zittisce chi passa il tempo a lamentarsi senza agire, che mette in imbarazzo chi non è in grado di apprezzare la bellezza della quotidianità. E non importa se in alcuni punti il libro possa apparire lento (è una autobiografia, non un romanzo), e pazienza se lo stile della Keller è a tratti un po’ ampolloso (era una ragazza di poco più di vent’anni, agli inizi del ‘900), non ci interessa neppure che nel libro manchi l’azione, il pathos, il risentimento verso il destino avverso o la descrizione dei rapporti con la famiglia e con Anne Sullivan (la vita e il libro sono di Helen Keller e lei aveva tutto il diritto di vivere, pensare e scrivere ciò che voleva).
Questo è un piccolo libro, che racconta una piccola storia, la storia di una donna straordinaria.
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