Qualcosa di vero, di Barbara Fiorio

“Qualcosa di vero” (Feltrinelli, 2015) è l’ultimo libro di Barbara Fiorio, già autrice del saggio “C’era una svolta”, rilettura in chiave ironica delle fiabe vere, ossia quelle nella loro versione originale (inCopertina libro Qualcosa di vero, Barbara Fiorio molti casi profondamente diversa da quella disneyana).  E sono proprio le fiabe vere quelle che Giulia, disincantata pubblicitaria, racconta alla sua vicina di casa di nove anni, Rebecca, trasferitasi da poco nello stesso palazzo. Rebecca e Giulia si conoscono una sera, sul pianerottolo, dopo che la bambina si è chiusa per sbaglio fuori di casa. La mamma di Rebecca è al lavoro e per Giulia non c’è alternativa che accogliere la ragazzina nel suo appartamento. Tanto Rebecca è quasi troppo assennata e matura per i suoi nove anni, quanto Giulia è imprevedibile e spiazzante per essere un’adulta: una combinazione perfetta per un’amicizia. Ogni sera in cui la bambina è a casa da sola, Giulia le racconta una fiaba, ma non una fiaba “per bambini”, bensì una “fiaba vera”, dove le principesse non sono poi così ingenue, né tantomeno intelligenti, e i baci non servono né a svegliare belle addormentate, né a trasformare ranocchi in principi. E se di notte rivivono le “fiabe vere”, di giorno scorre la vita vera, che per Rebecca significa una scuola e dei compagni nuovi, mentre per Giulia, divisa tra Fabio, galante corteggiatore e Lorenzo, fidato amico di vecchia data, vuol dire capire chi è veramente il suo principe azzurro, per non rischiare di accontentarsi di uno stalliere qualunque.

Il punto di forza del libro: è lo stile della Fiorio: originale, emozionante, vivace, fresco, spiritoso, in una parola splendido. Brevi descrizioni, dialoghi veloci e brillanti, e i personaggi sembrano materializzarsi fuori dal libro, coinvolgendo intensamente il lettore. Ci si affeziona in un attimo a Rebecca, ci si identifica in Giulia, si tifa per Lorenzo (ma anche un po’ per Fabio), si viene insomma intrappolati in questo libro come per una magia, la magia dei bravi scrittori.

Perché leggere Qualcosa di vero: perché il senso pratico di Giulia, quando narra a Rebecca la fiaba di Raperonzolo (“ceduta per un mazzo di erbette, con un nome da deficiente e allevata da un’incantatrice senza il senso della misura”) è esilarante. E perché il romanzo stesso è una favola, una favola in cui gli orchi esistono, ma esistono anche le fate madrine, senza bacchetta e formule magiche e, proprio per questo, più reali e coraggiose.

Genere: romanzo umoristico

6 pensieri su “Qualcosa di vero, di Barbara Fiorio

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