“Qualcosa che somiglia al vero amore” è il primo romanzo di Cristina Petit, pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Tre60. La protagonista, Clémentine, ha appena ereditato da una lontana e sconosciuta parente un appartamento in centro a Parigi. Un appartamento perfetto, non solo per viverci, ma anche per farne lo spazio per sviluppare la sua idea. Tirocinante psicologa, Clementine vuole provare a usare i libri e la lettura per curare i bambini, attraverso la libroterapia. Ma la storia di Clémentine si intreccia con quella di Albert, che la nota un giorno per strada, aggrappata ad un ombrello durante un nubifragio, lei a piedi e lui in auto, fermo a un semaforo. La rivede in metropolitana e se ne innamora, pur non riuscendo a trovare il modo di avvicinarla. Decide quindi di farne il personaggio di un libro, un libro d’amore che riscuote un grande successo. Spinto dal suo editore, Albert prova a rintracciare Clémentine, anche se non ne conosce nemmeno il nome.
Il punto di forza del libro: è il candore che caratterizza i personaggi, estremamente positivi e felici. Un candore che potrebbe rischiare di essere lezioso, se la scrittura della Petit non ne dimostrasse la sincerità e l’effetto quasi terapeutico. Qualche dubbio possono suscitare all’inizio il titolo e la copertina, così simili a quei romanzi d’amore fatti in serie, di così poco spessore e ancora meno coraggio. Ma bastano alcune pagine per avvertire il benefico influsso di questo libro, un libro dove la violenza resta fuori dalla porta e il dolore viene affrontato con pacifica determinazione.
Perché leggere Qualcosa che somiglia al vero amore: perché leggere questo romanzo è come fare un bel tuffo nella bontà, in quel sentimento sdolcinato e appiccicoso, ma anche irrinunciabile e miracoloso. E perché trovare una scrittrice italiana che sappia parlare di amore e di vita in modo così suggestivo è sempre una bella scoperta.
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