Storie ancora più strane, di Carlo Lucarelli

Genere: saggio

“Storie ancora più strane”, uscito nel 2014 per Skira Editore, è il naturale seguito di “Strane storie”, libro di Carlo Lucarelli del 2013. Come già nel primo, anche qui Lucarelli ci presenta venti storie,Storie ancora più strane storie diverse tra loro, con protagonisti più o meno famosi, ma che condividono tutte il fatto di essere incredibili e misteriose, rivoluzionarie o agghiaccianti, ma sempre, rigorosamente, vere.

Il punto di forza del libro: è la straordinaria capacità narrativa di Lucarelli, quasi un moderno trovatore, un incantatore, al punto che, una volta iniziato il libro, diventa difficile e quasi doloroso interromperne la lettura. Le storie scorrono fluide come in un racconto orale, in cui le parole e le frasi sembrano nascere indipendenti, senza regole o forma. Eppure la scrittura è stilisticamente perfetta, con l’originalità e la modernità proprie di Lucarelli.

Perché leggere Storie ancora più strane: perché le storie sono sorprendenti, alcune orribili, come quella del reverendo Jim Jones,  altre controverse, come quella della scuola McMartin, altre ancora ammirevoli, come quella di Jesse Owens. E perché qualsiasi storia, anche la più avvincente, diventa ancora più emozionante se a raccontarla è Carlo Lucarelli, uno dei maggiori narratori italiani.

Il silenzio delle conchiglie, di Helen Keller

Genere: autobiografia

“Il silenzio delle conchiglie” è uscito per la prima volta, in America, nel 1903, quando Helen Keller, protagonista ed autrice del libro, aveva solo 23 anni. È stato ristampato poi molte volte (la prima inIl silenzio delle conchiglie Italia nel 1907), e nel 2014 la Edizioni e/o lo ha riportato in libreria, grazie ad una nuova traduzione, ad opera di Maddalena Gentili. Nell’autobiografia, la Keller racconta i primi vent’anni della sua vita, dalla malattia che la rese sordo-cieca quando aveva solo 19 mesi, alle difficoltà per imparare nuovamente a comunicare, fino all’ammissione ad Harvard, primo passo di una brillante carriera che la vide scrittrice, insegnante e attivista politica.

Il punto di forza del libro: è la positività e l’ottimismo che traspare da ogni pagina, da ogni riga, da ogni parola. Chi ha conosciuto la Keller (e la sua insegnante Anne Sullivan) tramite la trasposizione cinematografica che ne fece Arthur Penn nel 1962 (Anna dei miracoli, doppio premio Oscar per le due protagoniste), ritroverà qui la bambina fattasi donna e l’insegnante diventata amica. E della Keller adulta apprezzerà la gioia che, nonostante la disabilità, l’autrice è riuscita a riversare in ogni sua attività, quasi che la sfida che impegnò ogni istante della sua vita non fosse così ardua come in realtà fu.

Perché leggere Il silenzio delle conchiglie: perché è un libro che dà speranza, e non solo a chi affronta, su se stesso o attraverso i propri affetti, la disabilità. È un libro che zittisce chi passa il tempo a lamentarsi senza agire, che mette in imbarazzo chi non è in grado di apprezzare la bellezza della quotidianità. E non importa se in alcuni punti il libro possa apparire lento (è una autobiografia, non un romanzo), e pazienza se lo stile della Keller è a tratti un po’ ampolloso (era una ragazza di poco più di vent’anni, agli inizi del ‘900), non ci interessa neppure che nel libro manchi l’azione, il pathos, il risentimento verso il destino avverso o la descrizione dei rapporti con la famiglia e con Anne Sullivan (la vita e il libro sono di Helen Keller e lei aveva tutto il diritto di vivere, pensare e scrivere ciò che voleva).

Questo è un piccolo libro, che racconta una piccola storia, la storia di una donna straordinaria.

Se ho paura prendimi per mano, di Carla Vistarini

Genere: romanzo giallo

“Se ho paura prendimi per mano” è il primo romanzo di Carla Vistarini, apprezzata sceneggiatrice per la televisione, nonché autrice di canzoni e testi teatrali. Uscito nel 2014 per Corbaccio, inizia conSe ho paura prendimi per mano una rapina in un supermercato, durante la quale una donna muore e un barbone, lo Smilzo, si ritrova accanto una bambina di circa due-tre anni. La piccola non parla (a parte qualche farfugliamento e un inequivocabile “f-f-f…gulo”) e lo Smilzo, ex analista finanziario braccato dai debitori e dal Fisco, vorrebbe consegnarla alla polizia e ritornare a nascondersi sotto i ponti. Ma quando un tizio sinistro cerca di portarla via con la forza, decide di intervenire e scappa via con lei. Tra sparatorie notturne e telefonate minatorie, sicari prezzolati e avvocati senza scrupoli, lo Smilzo e la bambina cercheranno un rifugio e un senso alla tragedia che li ha fatti incontrare.

Il punto di forza del libro: è la caratterizzazione dei personaggi, che sono non solo molto reali, ma anche complessi e vivaci, alcuni divertenti e altri, almeno due o tre, magistralmente odiosi. Oltre allo Smilzo e alla bambina, incontriamo un prete che potrebbe fare il battitore di baseball, un commissario di polizia che si sottovaluta, un agente dall’animo artistico, un ex professore di fisica un po’ svampito e pure un chihuahua con una forte personalità.

Perché leggere Se ho paura prendimi per mano: perché è avvincente, ma anche ironico e scanzonato. La narrazione non segue un unico punto di vista, ma propone frequenti cambi di prospettiva, regalando, con sapiente lentezza, tutti i tasselli che ricompongono una storia originale e intrigante. Peccato però per il finale, che appare un po’ frettoloso. O forse, è solo la voglia di leggere un altro libro di Carla Vistarini?

I segreti di Gray Mountain, di John Grisham

Genere: romanzo giallo

“I segreti di Gray Mountain”, ventottesimo romanzo di John Grisham (in quanto Innocente. Una storia vera è considerato un saggio), è stato pubblicato in Italia nel 2014 da Mondadori. Protagonista è I segreti di Gray MountainSamantha Kofer, giovane avvocato newyorkese, specializzata in contratti immobiliari. Quando la crisi dei mutui subprime investe anche il grosso studio legale per cui lavora, Samantha accetta di lavorare gratuitamente per uno sconosciuto ente di Brady,  in Virginia, con la labile promessa di tornare, dopo un anno, al suo vecchio ufficio di New York. Ma a Brady si scontra con la prepotenza delle grosse società di estrazione del carbone, le quali stanno distruggendo i Monti Appalachi e soprattutto, ne stanno avvelenando la popolazione, nell’indifferenza, se non nella connivenza, delle autorità locali. A fronteggiarle, oltre alla Mountain Legal Aid Clinic, la piccola organizzazione no profit per la quale Samantha deve svolgere il suo stage di un anno, ci sono Donovan Gray e il fratello Jeff, avvocato il primo e investigatore il secondo. Samantha, inizialmente riluttante, finirà per essere coinvolta dai due fratelli in una pericolosa battaglia contro le società minerarie, una battaglia che andrà ben oltre i confini della legalità, con inseguimenti e intimidazioni, furti e intercettazioni,  per arrivare fino all’omicidio.

Il punto di forza del libro: è la solida struttura del racconto, che si snoda lineare e fluido per oltre trecento pagine. Come in molti altri bestseller di Grisham, troviamo la condanna di comportamenti che arricchiscono i più forti a scapito dei più deboli (in questo caso l’estrazione del carbone nei monti Appalachi, attività che sta modificando massicciamente ampie zone del Nord America), i precisi riferimenti alla pratica legale, un po’ di sesso e la giusta dose di azione. In più, rispetto ad altri, ne “I segreti di Gray Mountain” il finale aperto e la frase sulla copertina italiana fanno venire il dubbio che Grisham si sia affezionato alla sua nuova protagonista e che questa non sarà l’unica avventura di  Samantha Kofer.

Perché leggere I segreti di Gray Mountain: perché John Grisham è una certezza e i suoi libri si leggono sempre con piacere. Ma anche perché parla di problemi ambientali legati alle risorse energetiche, in un mondo che è sempre più affamato di energia.

 

La legione scomparsa, di Rosemary Sutcliff

Genere: romanzo storico

“La legione scomparsa”, pubblicato in Italia nel 2011 da Mondadori, è un romanzo di Rosemary Sutcliff, uscito per la prima volta in Inghilterra nel 1954. Come spiegato nella prefazione del libro,La legione scomparsa l’autrice è partita mettendo insieme due fatti storici: la misteriosa scomparsa della Nona Legione romana in Britannia, nel 117 d.C. e il ritrovamento nel 1866 di un’aquila di bronzo nell’Hampshire inglese. Appoggiando la tesi, controversa, che la Nona sia stata sconfitta da una delle tribù a nord del Vallo Adriano e che l’aquila ricomparsa durante gli scavi archeologici dell’800 ne sia proprio l’insegna, la Sutcliff crea il personaggio del centurione Marco Flavio Aquila, figlio di uno dei comandanti della legione perduta. Marco Aquila, ferito durante uno scontro con i Britanni e congedato dall’esercito, decide di riscattare l’onore della legione del padre, infangato dalla voce che i legionari siano fuggiti di fronte ai Britanni o, peggio ancora, si siano ammutinati, passando dalla parte del nemico. Si mette quindi in viaggio, accompagnato dall’ex schiavo Esca e, fingendosi un medico oculista greco, si addentra in territori pericolosi ed inesplorati, deciso a recuperare l’aquila della Nona e a dimostrare il valore di quei legionari.

Il punto di forza del libro: è la bellissima descrizione dei paesaggi inglesi, paesaggi che la Sutcliff riesce a rendere affascinanti anche quando, per la pioggia e l’umiditá, diventano fastidiosi pure alle rane. A ciò l’autrice aggiunge il racconto della vita di Romani e Britanni del II secolo d.C., creando, con la precisione dei dettagli, un filo invisibile che li unisce a noi.

Perché leggere La legione scomparsa: perché i sentimenti dei personaggi sono descritti con la stessa affascinante accuratezza con cui sono raccontati gli inseguimenti e le battaglie, e il risultato è una narrazione ricca e fluida. E perché il libro è molto più avvincente del film che ne è stato tratto (ossia The Eagle, pellicola, peraltro, con una splendida fotografia).

Il mio amico Nanuk, di Brando Quilici

Genere: romanzo di formazione

Il mio amico Nanuk, pubblicato da Sperling & Kupfer, è un libro del 2014 di Brando Quilici. Uscito appena un mese prima dell’omonimo film, racconta dell’amicizia che lega il quattordicenne LukeIl mio amico Nanuk a Nanuk, un orsetto polare. Quando infatti mamma orsa si spinge fino in città e viene catturata dai rangers, il suo cucciolo, rimasto solo, si rifugia nel garage della casa di Luke. Il ragazzo, dopo aver visto partire l’elicottero che riporta l’orsa a Cape Resolute, decide di riportare Nanuk alla madre e, rubata una slitta all’amico Muktuk, esperta guida meticcia, parte per un viaggio lungo e pericoloso verso nord. Durante il viaggio, in cui i due incontreranno orsi e sterne, balene e balenieri, gli insegnamenti del padre di Luke, scomparso con il suo aereo durante un’operazione di recupero nell’Artico, si riveleranno preziosi. Ma Luke e Nanuk capiranno presto che la loro sopravvivenza dipende soprattutto dalla loro amicizia.

Il punto di forza del libro: è la rara capacità di Brando Quilici di rendere emozionante e poetico un racconto che presenta necessarie descrizioni tecniche e che, pur se incentrato sul legame tra Luke e Nanuk, concede ampio spazio ai paesaggi artici, proprio come un documentario.

Perché leggere Il mio amico Nanuk: perché è la realizzazione di un progetto che Quilici ha voluto fortemente, riuscendo, grazie a talento e caparbietà, a creare contemporaneamente un ottimo libro e un grande film. E perché, una volta di più nella sua carriera, Brando Quilici dimostra di essere non solo un eccellente documentarista, ma anche un eccezionale narratore, e ciò indipendentemente (se non forse per una incolpevole eredità genetica) dalla parentela con il leggendario Folco.


Camerata Neandertal, di Antonio Pennacchi

Genere: autobiografia

“Camerata Neandertal”, pubblicato nel 2014 da Baldini e Castoldi, è una perfetta fusione tra un romanzo umoristico e un’autobiografia. E non perché la vita di Antonio Pennacchi sia sempre stataCamerata Neandertal allegra o comica, ma perché l’autore ha saputo viverla (e raccontarla) in modo arguto ed intelligente. Partendo dall’episodio del ritrovamento al Circeo, nel 1939, di un cranio di uomo di Neandertal (da cui appunto il titolo), Pennacchi srotola il filo dei ricordi, e intreccia i propri a quelli dell’Agro Pontino, partendo dalle migrazioni dell’uomo preistorico, e arrivando, attraverso la Lega Latina, la fondazione di Roma, i Templari, il fascismo in Italia e la bonifica delle paludi pontine, alle proprie vicende personali, prima come giovane attivista di Msi e poi come operaio, sindacalista di Cgil, studente universitario e, infine, apprezzato scrittore (vincitore anche del premio Strega, nel 2010, con “Canale Mussolini”).

Il punto di forza del libro: è lo stile originale di Pennacchi, che mescola una ineccepibile cultura e conoscenza storica, con una scrittura spontanea ed immediata, estremamente godibile e facile da leggere. Ne risulta una sorta di dialogo tra amici, in cui l’autore orchestra domande e risposte, immergendo il lettore in uno spassoso botta e risposta che coinvolge non solo Pennacchi, vera e propria enciclopedia medica ambulante, ma anche la sua famiglia, i suoi amici, i protagonisti degli altri suoi libri e, addirittura, i suoi “morti”.

Perché leggere Camerata Neandertal: perché l’autore racconta fatti importanti, controversi o dolorosi, della storia d’Italia, attraverso le persone che quei fatti hanno vissuto. E lo fa in modo onesto e diretto, senza ergersi a giudice di comportamenti dettati da circostanze terribili come la Seconda Guerra Mondiale, ma pure senza concedere attenuanti dove non ce ne sono (come, ad esempio, lo scempio edilizio che ha deturpato Latina a partire dal 1945 fino al 2010). Un libro da leggere, per capire, per conoscere, ma anche per ridere un po’.

Amori in viaggio, di Alexander McCall Smith

Genere: romanzo d’amore

“Amori in viaggio”, uscito in Italia, direttamente in brossura, nel 2014, è un libro del 2012 di Alexander McCall Smith. Il romanzo inizia con un viaggio in treno, da Edimburgo a Londra, che quattroAmori in viaggio persone, tra loro sconosciute, si trovano a condividere; ma il filo conduttore è l’amore, che i quattro passeggeri racconteranno, o anche solo ricorderanno, attraverso le proprie vicende personali.

Il punto di forza del libro: è la delicatezza con cui l’autore presenta le diverse tipologie di amore che coinvolgono i quattro viaggiatori. Sono amori comuni, a prima vista banali, ma in realtà eccezionali e preziosi, proprio perché fondati su valori ormai tutt’altro che scontati, quali il rispetto, la pazienza, la fiducia. McCall Smith riesce a creare un libro d’amore senza scene di sesso e senza relazioni contorte, senza costruzioni mirabolanti, sentimenti ambigui o finali scioccanti. Eppure, complice anche il periodo natalizio, “Amori in viaggio” è un libro che appassiona, e, soprattutto, che regala felicità.

Perché leggere Amori in Viaggio: innanzitutto perché dimostra quanto sia distorta e infondata l’idea che solo le donne sappiano scrivere d’amore. E poi perché è un libro intelligente e profondo nella sua semplicità, ricco di piccoli accenni di filosofia (la “vita pensata”, la “fortuna morale”, …), un libro adatto proprio a tutti.

Frida, di Jon Katz

Genere: autobiografia

Frida, uscito nel 2013 negli Stati Uniti e in Italia, per Edizioni Piemme, nel 2014, è, per dirla con le parole del suo autore, un memoir. Jon Katz, infatti, scrittore e giornalista già famoso per i suoiFrida contributi alla rivista Wired e per i suoi racconti sui cani, narra in questo libro del rapporto che lo lega a Frida, un incrocio tra un rottweiler e un pastore tedesco. Frida è un cane problematico, aggressivo, tanto violento con uomini ed animali, quanto protettivo ed affettuoso con Maria, la donna che lo ha salvato dal canile e da una fine ormai decisa. Katz, circondato da adorabili ed obbedienti border collie e labrador, eviterebbe volentieri un cane come Frida, se non si fosse innamorato nel frattempo proprio di Maria.

Il punto di forza del libro: è la sincerità con cui l’autore racconta l’evolversi del suo rapporto con Frida, con Maria, ma anche con gli altri suoi cani. Katz riporta semplicemente la sua esperienza, con connotazioni positive ma anche negative, senza ipocrisie, senza voler dare una ricetta valida per ogni cane e ogni situazione. Onestà e trasparenza, queste sono le basi su cui si fonda il libro.

Perché leggere Frida: perché è una storia vera, in cui ci si può riconoscere o con cui si può dissentire, ma dove ogni scelta è stata dettata dall’amore. E anche perché, una volta di più, animali splendidi come i cani (e i gatti) ci dimostrano quanto siamo fortunati a condividere la nostra vita con loro.

Gelidi abbracci, di Valentina Camerini

Genere: romanzo fantasy (young adult)

“Gelidi abbracci” è un romanzo young adult di Valentina Camerini, uscito per Mondadori nel 2014. La protagonista è Cat, figlia diciassettenne di un famoso chirurgo italiano; a causa del carattereGelidi abbracci ribelle e problematico della ragazza, il padre si vede costretto a spedirla al collegio Kranz, tra le Alpi, in un luogo talmente fuori dal mondo da scoraggiare ogni tentativo di fuga. Ma Cat ci prova comunque, rischiando di morire in un burrone e salvandosi solo grazie al tempestivo intervento di qualcuno, …o di qualcosa. Strane presenze si aggirano infatti intorno al collegio e Cat, spinta anche dalle subdole parole di uno zio improvvisamente ritrovato, decide di restare, per scoprire e rivelare allo zio cosa il rettore e i professori stiano tramando. Ma a cambiare le scelte, e la vita, di Cat ci penseranno un segreto terribile, nonché i magnetici occhi del bellissimo Arturo.

Il punto di forza del libro: è il modo originale con cui la Camerini ha riproposto l’eterno tema dell’amore contrastato, un tema che qui si lega col fantasy e anche con un po’ di horror (affrontabile però anche dagli animi più impressionabili).

Perché leggere Gelidi abbracci: perché è un libro young adult italiano di buon livello, al pari di molti, ben più osannati, bestseller americani. Peccato per qualche incongruenza (come passeggiate notturne nel bosco non molto realistiche, soprattutto per chi conosce la montagna in inverno, oppure appostamenti che rasentano i limiti della fisiologia umana) e un po’ di ingenuità nel finale: piccoli difetti comunque, e, di certo, trascurabili per chi cerca un libro romantico, ma che sappia colorarsi anche di suspense e mistero.

Avrò cura di te, di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale

Genere: romanzo di formazione

“Avrò cura di te” è un libro del 2014, scritto a quattro mani da Massimo Gramellini e Chiara Gamberale. Nella finzione del romanzo epistolare, la Gamberale è Giò, insegnante trentaseienne, in crisiAvrò cura di te per la fine del proprio matrimonio. Una sera si ritrova a scrivere, senza nessuna pretesa di risposta, al proprio angelo custode, ma l’angelo (Filèmone, ossia Massimo Gramellini) le risponde veramente, iniziando un rapporto epistolare che insegnerà a Giò ad ascoltare gli altri ma, soprattutto, se stessa.

Il punto di forza del libro: è l’intreccio tra la scrittura leggera di Chiara Gamberale e quella elegante di Massimo Gramellini. La diversità negli stili dei due autori è perfettamente complementare e il libro risulta profondo e facile allo stesso tempo, frizzante e commovente.

Perché leggere Avrò cura di te: perchè, con parole semplici e un linguaggio nuovo, ripropone un concetto che non dovremmo mai dimenticare, un concetto che, per dirla con Antoine de Saint- Exupéry, “è molto semplice: non si vede bene che col cuore”.

Un’estate in Grecia, di Giuseppe Ciulla

“Un’estate in Grecia” è il resoconto, quasi un lungo articolo, che il giornalista Giuseppe Ciulla fa del suo viaggio nella penisola ellenica. Partendo da Milano, e usando solo auto, traghetti, treni edEstate in Grecia autobus, l’autore, nell’estate 2012, ha percorso 4000 km in giro per la Grecia, deciso a comprendere dall’interno questo Paese controverso, uno dei più colpiti dall’attuale crisi economica, ma anche quello più criticato, per i brogli nei bilanci nazionali.

Il punto di forza del libro: è l’idea stessa da cui nasce “Un’estate in Grecia”, ossia il viaggio inteso come protagonista, dove il desiderio di conoscere e di capire è il mezzo con cui farsi guidare dalle strade e dalle storie, e non il fine per avere conferma delle proprie idee precostituite.

Perché leggere Un’estate in Grecia: perché questo non è solo un libro, ma un piccolo tesoro.

Un tesoro da cui attingere parole, come philotimo, ossia quel sentimento che “spinge ad aiutare la gente e, allo stesso tempo, rende orgogliosi di farlo”: un sentimento che la storia vorrebbe esclusivamente greco, ma che dovrebbe essere internazionale.

Un tesoro da cui ricavare idee forti, come quella che l’autore riprende da una frase di Vaclav Havel, per cui l’Europa è “un luogo in cui le identità si addensano e le uniche alternative sono coabitare o farsi la guerra”: un’idea quasi spiazzante, ma che è più rivoluzionaria e portatrice di pace che non l’inattuabile tentativo di essere tutti uguali solo perché europei.

Un tesoro da cui farsi affascinare anche sul piano narrativo, perché il peregrinare dell’autore è raccontato in modo vivido ed appassionante, regalando al lettore un’esperienza quasi multisensoriale. Colori, odori, persino la calura soffocante del paesaggio greco schizzano fuori prepotentemente dalle pagine, impedendo una lettura frettolosa o indifferente. Il tecnicismo è lasciato ai politici e ai burocrati e nel libro non c’è retorica, né polemica, né furbi tentativi di proselitismo. Ciulla espone i fatti con la sua scrittura corposa e visuale, dimostrando di possedere, oltre ad indiscusse doti di giornalista, anche il potente carisma di un romanziere. Un libro che vi consiglio di leggere, con la testa, ma soprattutto con il cuore.

Genere: saggio

A spasso con Bob, di James Bowen

Trailer in italiano del film tratto dal libro A spasso con Bob

A spasso con Bob, uscito in Italia per la Sperling & Kupfer nel 2012, è il racconto che James Bowen, un artista di strada con un passato da tossicodipendente, fa della sua vita dA spasso con Bobopo l’incontro con Bob, un gatto tigrato dal folto pelo rosso. La storia è vera, narrata in prima persona e suffragata da foto e video su Internet, ed inizia con Bowen che, avendo trovato il randagio, decide di curarne le ferite e sfamarlo, convinto che il gatto se ne andrà non appena starà meglio. Ma Bob non se ne va e, al contrario, decide di seguire James durante il lavoro che questi svolge per le strade di Londra, prima come musicista e poi come venditore della rivista Big Issue. Bob si farà presto benvolere da tutti, londinesi e turisti, fino a diventare il protagonista di questo libro e anche di un secondo, The world according to Bob.

Il punto di forza del libro: è Bob, un protagonista insolito ed originale, lontano da regole e stereotipi, anche da quelli sui gatti. Al punto da far dubitare che l’autore esageri, e che non sia tutto vero quello che racconta nel libro. Ma basta una capatina su Youtube per ritrovare il Bob che abbiamo conosciuto tra le pagine, docile e testardo, affettuoso ed indipendente, un gatto che, dopo aver salvato il suo padrone ed aver affascinato mezza Londra, ora si è guadagnato l’affetto di centinaia di migliaia di lettori.

Perché leggere A spasso con Bob: perché la storia è semplice eppure emozionante, scritta in modo diretto, fluente, intimo. Il racconto del passato travagliato di Bowen è privo di astio o recriminazioni. E il suo riscatto, grazie alla riabilitazione, al lavoro e, naturalmente, al gatto Bob, viene narrato con serena obiettività, senza nessun intento autocelebrativo. Il profondo legame che lega l’uomo e il gatto, un legame che Bowen ritiene legato al karma, riesce quindi ad emergere pienamente, incantando il lettore. Che il merito sia dell’intelligenza di James Bowen, della penna dell’editor Garry Jenkins o che ci sia di mezzo lo zampino karmico del gatto Bob, poco importa, perchè ciò che conta è che questo è un libro delizioso, sicuramente da leggere.

Genere: romanzo di formazione

La misura della felicità, di Gabrielle Zevin

Genere: romanzo di formazione

“La misura della felicità”, della scrittrice statunitense Gabrielle Zevin, è stato pubblicato in Italia nel 2014 da Editrice Nord. Il romanzo, come vuole anche il titolo originale, racconta della vita di A.J.La misura della felicità Fikry, proprietario dell’unica libreria della piccola Alice Island. Vedovo da poco e deluso dal suo lavoro, A.J. medita di vendere un libro raro, trovato per cinque dollari ad una liquidazione di beni, e vivere di rendita. Ma altri decidono per lui: prima il famoso libro scompare, e poi una bambina di due anni, Maya, viene abbandonata nella sua libreria, con solo un pupazzo dei Muppet, una borsa di pannolini ed un biglietto. Al contrario di quanto ci si sarebbe potuto aspettare dal cupo e scostante A.J., il libraio adotta Maya, riuscendo, grazie a lei, ad apprezzare nuovamente non solo i libri, ma anche le opportunità che il destino gli offre.

Il punto di forza del libro: è la fluidità narrativa della Zevin, capace di incantare il lettore con frasi semplici e perfette, ma anche con dialoghi arguti e descrizioni illuminanti. I pensieri dei protagonisti, così come la scritta all’ingresso della libreria (“Nessun uomo è un’isola; ogni libro è un mondo”, reinterpretazione del celeberrimo verso di John Donne), sono piccole perle di saggezza, che affiorano nel testo in modo leggero, mai saccente.

Perché leggere La misura della felicità: sicuramente non per il titolo italiano, che voleva probabilmente apparire furbo ed accattivante, ma che invece puzza un po’ di manuale di autoaiuto. Vi consiglio di leggere “La misura della felicità” perché è un libro che parla d’amore in modo originale, non stucchevole, non contorto. Amore per i libri e amore per le persone, amore per tutti quei piccoli, all’apparenza scontati, elementi che rendono la vita meravigliosa.

Morte all’Acropoli, di Andrea Maggi

Genere: romanzo storico (giallo)

“Morte all’Acropoli”, pubblicato nel 2014 da Garzanti, è il romanzo d’esordio di Andrea Maggi. Ambientato nell’Atene del IV secolo a.C., si presenta come la prima avventura di un nuovo investigatoreMorte all'Acropoli dell’antichità, Apollofane, un mercante che si improvvisa logografo (ossia avvocato) per onorare una promessa fatta molti anni addietro. È questo il motivo per cui decide di occuparsi della difesa di Eurifemo, arrestato per l’omicidio di un uomo, ma anche tristemente noto per essere un licantropo. Grazie all’aiuto dello schiavo Strepsiade, dell’etera Filossena e di Mida, un asino dai comportamenti quasi umani, non solo riuscirà a scagionarlo, ma si lancerà anche alla ricerca del vero assassino, rischiando però non solo la sua vita, ma anche quella dei suoi amici.

Il punto di forza del libro: é la dettagliata ambientazione storica, ricca di particolari su Atene e sullo stile di vita del tempo. L’utilizzo massiccio degli aggettivi, che in alcuni punti rischia di appesantire la narrazione, risulta comunque funzionale alla ricostruzione e caratterizza lo stile di Maggi, conferendogli una spiccata originalità. Anche l’uso costante di grecismi al posto dei corrispondenti termini italiani, uso che a volte rende la lettura meno scorrevole, può essere considerato interessante, soprattutto per chi apprezza la storia ellenica.

Perché leggere Morte all’Acropoli: perché è la prima, riuscita, prova di uno scrittore italiano, una novità nel panorama letterario. E anche se nel testo si trovano alcune ripetizioni e qualche leggera disarmonia nei tempi verbali, non è comunque niente di grave, niente che un editing migliore non possa correggere. E soprattutto niente che possa diminuire il valore di questo buon libro.

 

Il ladro d’acqua, di Ben Pastor

Genere: romanzo storico (giallo)

 “Il ladro d’acqua”, uscito in Italia nel 2007 per Frassinelli, è il primo libro di un ciclo che l’autrice, Ben Pastor, incentra sulla figura di Elio Sparziano, ritenuto uno degli autori della raccolta di biografie Historia Augusta, ma di cui non si saIl ladro d'acqua praticamente altro. Nella ricostruzione romanzata, Sparziano riceve da Diocleziano l’incarico di recarsi in Egitto, ufficialmente per verificare che due editti imperiali siano rispettati, ma soprattutto per indagare sulla morte e sul luogo di sepoltura di Antinoo, il favorito dell’imperatore Adriano. La verità sulla vicenda, utile per la biografia dello stesso Adriano di cui Sparziano si sta occupando, diviene fondamentale per le indiscrezioni che vorrebbero nascoste, proprio nella tomba di Antinoo, le prove di una congiura contro l’Impero Romano.

Il punto di forza del libro: è la ricchezza nei dettagli e la precisione con cui sono descritti i personaggi e le ambientazioni storiche. L’autrice mette le sue conoscenze accademiche e le sue ricerche sul campo a servizio della letteratura, e ne esce un romanzo accurato e visivamente intenso.

Perché leggere Il ladro d’acqua: perché l’attenzione con cui è scritto, e che potrebbe rischiare di renderlo un po’ troppo tecnico, è perfettamente bilanciata dall’intricato giallo in cui si muove Sparziano, tra agguati, minacce e omicidi. Il connubio giusto per rendere consigliabile questo libro, come pure il seguito, “La voce del fuoco”.

Garden, di Emma Romero

Genere: romanzo fantasy (young adult)

“Garden”, edito nel 2013 da Mondadori, è un romanzo distopico di Emma Romero, pseudonimo dietro cui dovrebbe nascondersi una scrittrice di circa trentacinque anni, alla sua prima pubblicazione. Il racconto è ambientato in un’ItaliaGarden postbellica del futuro, dove tutto e tutti sono ricondotti all’interno di regole e schemi, al fine di garantire l’armonia, l’ordine e la pace. Ma, come in tutti i futuri all’apparenza utopistici che la letteratura ci ha fatto conoscere, anche qui, nella Signoria di Amor (rovesciamento della parola Roma), gli obblighi e le restrizioni colpiscono solo una parte di popolazione, la più numerosa, costretta a lavorare duramente nelle fabbriche a favore di una minoranza di eletti. Tra i lavoratori c’è Maite, sedici anni e una intensa passione per il canto, passione che però non può esprimere, in quanto il Computer Centrale, che decide il destino di ogni abitante della Signoria, ha decretato che lei non sarà un’Artista, bensì un’operaia. Contravvenendo ai divieti, Maite canta comunque, di nascosto, sognando un giardino dove, secondo la leggenda, vive chi ha saputo ribellarsi e fuggire. La disobbedienza sarà scoperta, ma, invece di arrecarle la temuta punizione, diventerà per lei l’occasione per calcare il palcoscenico che sogna fin da bambina e, ancor più importante, per scalfire il potere che soggioga il popolo di Amor.

Il punto di forza del libro: è la narrazione fluida, in un racconto semplice, senza grandi pretese, pulito, adatto a tutte le età.

Perché leggere Garden: perché è un libro scorrevole, che si legge in poche ore. E perchè, dopo il successo, letterario e cinematografico di “Hunger Games”, diventa difficile sottrarsi al gioco del trovare somiglianze (tante) e differenze (poche) con il romanzo di Suzanne Collins. Forse conoscere l’identità dell’autrice/autore potrebbe aumentare la popolarità del libro, anche in vista di un probabile seguito (il finale di “Garden” è aperto). E, magari, sarebbe un efficace antidoto contro il dubbio che l’uso di uno pseudonimo, unito alle analogie con “Hunger Games”, siano indizi di un’abile operazione di marketing.

C’è qualcuno là fuori?, di Viviano Domenici e Margherita Hack

Genere: saggio

“C’è qualcuno là fuori?” è un saggio scritto da Viviano Domenici, storica penna del Corriere della Sera, e da Margherita Hack, la più famosa astrofisica italiana, e pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2013, pochi mesi dopo la scomparsa della suaC'è qualcuno là fuori co-autrice. Con ragionamenti logici, disegni ed immagini, il libro analizza buona parte delle teorie sull’esistenza della vita extraterrestre, da quelle più antiche, basate sull’osservazione degli astri, a quelle più moderne, focalizzate sull’interpretazione “in chiave aliena”, di quadri o reperti archeologici.

Il punto di forza del libro: è la semplicità e la facilità con cui lo si legge, nonostante sviluppi, con cognizione di causa ed ineccepibile conoscenza della materia, argomenti complessi quali l’astronomia, la fisica o la biologia. Domenici e la Hack, forse per la conoscenza reciproca, che li legava già dalla stesura di un precedente saggio, “Notte di stelle”, o forse per la cristallina intelligenza, che non può che diventare affinità elettiva, riescono a fondere le loro capacità, narrative e scientifiche, ottenendone un libro piacevole e addirittura veloce, nonostante le oltre 230 pagine.

Perché leggere C’è qualcuno là fuori?: perché il libro è anche molto divertente. I due autori hanno raccolto un gran numero di ipotesi relative all’esistenza degli alieni, e le hanno smontate una per una, non solo con l’evidenza scientifica, ma anche con leggerezza ed ironia. Senza volersi proclamare detentori di verità assolute, hanno semplicemente applicato la logica e la conoscenza (non solo di fisica e astronomia, ma anche di storia dell’arte o di archeologia) alla sequela di eclatanti rivelazioni sugli ufo che intasano librerie, siti Internet e trasmissioni televisive, con il solo scopo di trasmettere, per parafrasare Domenici, un po’ di “senso critico”, evitando così di “accettare senza batter ciglio soluzioni irrazionali”.

 

Hunger Games, di Suzanne Collins

Genere: romanzo fantasy (young adult)

“Hunger Games” è il primo libro di una trilogia, edito negli Stati Uniti nel 2008 e diventato, già nel 2012, un film record d’incassi. Scritto da Suzanne Collins, è ambientato in un futuro distopico, dove il Nord America, governato da un regimeHunger Games autoritario, è diviso in Distretti, ossia aree definite in base alla tipologia di prodotti che devono fornire all’insaziabile capitale, Capitol City. A memento di una rivolta che aveva tentato di riportare la libertà agli oppressi abitanti delle periferie, ogni anno vengono indetti gli Hunger Games, un tremendo reality show in cui i partecipanti, due per ogni Distretto, sono selezionati tramite un’estrazione a sorte, profeticamente chiamata Mietitura. Scopo del gioco è restare vivi, uccidendo gli altri o lasciando che si massacrino a vicenda, riuscendo anche a conquistarsi il favore del pubblico televisivo e degli sponsor, nonché a sfuggire alle insidie di cui è disseminata l’Arena in cui si svolge la gara. Impossibile vincere se si hanno solo dodici anni e si è dolci e delicati con Prim Everdeen; per questo sua sorella Katniss si offre volontaria al suo posto, sperando che le proprie doti di cacciatrice di frodo siano sufficienti per sopravvivere. Al suo Distretto, oltre alla madre e alla sorella, lascia Gale, un amico che stava diventando qualcosa di più di un semplice compagno di caccia, mentre sul treno che la porta a Capitol City ritrova Peeta, selezionato anche lui come Tributo per gli Hunger Games, un ragazzo gentile che una volta le aveva salvato la vita.

Il punto di forza del libro: è l’originalità della storia, che mescola reminescenze storiche (il Nord America è ribattezzato Panem, e subito il pensiero corre alla parola circenses, che conclude la famosa locuzione e che si adatta perfettamente a ciò che sono gli Hunger Games) con temi attuali quali i reality show, la dilagante influenza dei media, il vacuo e distorto culto dell’immagine.

Perché leggere Hunger Games: innanzitutto per l’agghiacciante plausibilità dello scenario distopico, come già da più parti è stato detto e scritto; ma anche perché la storia è raccontata molto bene, con una ricchezza di particolari che la rende vivida ed appassionante; i personaggi sono realistici e ben delineati, con sfumature, nel carattere e nei comportamenti, che rispecchiano quelle di ogni adolescente moderno. Hunger Games è sicuramente un libro da consigliare, e non solo a giovani lettori.

Pietra è il mio nome, di Lorenzo Beccati

Genere: romanzo storico (giallo)

“Pietra è il mio nome”, è l’ultimo libro di Lorenzo Beccati, noto ed apprezzato autore televisivo (Striscia la notizia, Drive-In, ecc.) e scrittore. Uscito nel 2014 per Editrice Nord, il romanzo è ambientato nella Genova del 1601 ed ha comePietra è il mio nome protagonista Pietra, orfana ventenne a cui i rovesci della vita hanno lasciato solo una nonna e la nomea di rabdomante. È grazie a quest’ultima, e al timore che incute negli ingenui e bigotti concittadini, che riesce a sopravvivere, ma è anche per colpa di questa che è chiamata in causa quando iniziano a verificarsi efferati e misteriosi delitti.

Il punto di forza del libro: è l’alternarsi tra presente e passato di Pietra, reso attraverso un felice uso dei tempi verbali. Quasi come nella sceneggiatura di un film, gli attori si muovono in un presente dettagliato e vivido, mentre la storia, seguendo i pensieri della protagonista, cede ogni tanto ad un improvviso flashback, che non solo arricchisce la già piacevole narrazione, ma diventa funzionale al dipanarsi dell’intrigo.

Perché leggere Pietra è il mio nome: perché all’originalità del racconto, si unisce la bravura narrativa di Beccati e ciò che ne risulta è un romanzo insolito, a tratti cruento senza diventare crudele, realistico senza essere volgare, un romanzo accattivante, moderno, sicuramente da leggere.