Il gatto del ristorante cinese, romanzo di Giorgio Celli uscito nel 2007, appartiene alla collana Gattingiallo di Morganti Editore. E proprio un giallo è quello che deve risolvere il commissario di polizia Angelo Michielucci quando viene ritrovato in un vicolo di Bologna il cadavere di Lucio Portinari. Portinari si era presentato qualche tempo prima al ristorante cinese di Kuo come un benefattore, proponendogli un’idea innovativa per portare nuovi clienti nel locale. A Rho, il gatto siamese di Kuo, il misterioso filantropo non era piaciuto, e aveva cercato a suo modo di avvertire il padrone. Quando poi il comportamento ambiguo di Portinari aveva coinvolto anche Demostene, proprietario del ristorante dall’altra parte della strada, ecco che qualcuno aveva deciso di mettere fine ai maneggi dell’equivoco soggetto.
Il punto di forza del libro: verrebbe da dire “i gatti“, che sono protagonisti di questo e di molti altri libri dell’entomologo Celli. Ma sarebbe togliere merito all’autore, che, indipendentemente dal gatto Rho, ha saputo creare una storia originale. Tra le strade di una Bologna che resta in penombra, si muovono personaggi vividi, a volte irritanti, spesso commoventi, che l’autore fa abilmente vivere con brevi dialoghi, con descrizioni appena accennate.
Perché leggere Il gatto del ristorante cinese: perché è un libro giallo con una trama semplice eppure avvincente, e perché è un romanzo veloce, piacevole, da leggere in treno o in autobus, mentre scorci di Italia scorrono fuori dal finestrino. E anche perché, ad aiutare il commissario Michielucci nell’indagine, c’è un affascinante gatto siamese, e pure questo non è un motivo trascurabile per una recensione positiva.
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