La ladra di ricordi, uscito per Salani Editore nel 2016, è il primo libro con protagonista Isabella De Clio, una giovane archeologa nata dalla fantasia di Barbara Bellomo. In realtà l’autrice aveva già pubblicato, con la casa editrice siciliana Euno Edizioni, altri due libri (Il quinto relitto e Il segreto del peso dell’oro) che si collocano però cronologicamente dopo La ladra di ricordi.
Isabella De Clio ha appena finito la monografia che conclude la sua borsa di studio presso la Fondazione dell’Università di Todi. Non le resta che sperare di essere la prescelta tra i tre borsisti in lizza per un posto all’interno della Fondazione. Tema della sua borsa di ricerca sono i cammei antichi, e uno splendido cammeo antico, intagliato nell’ametista, sembra essere il motivo per cui viene uccisa l’anziana Luisa Velio. Il professor Nardi accoglie in casa il nipote di Luisa, Carlo, e chiede l’aiuto di Isabella e dell’amico Mauro, commissario di polizia, per far luce sulla morte della donna.
Il punto di forza del libro: è la scorrevolezza con cui è scritto, che lo rende estremamente leggibile e piacevole. Nella biografia, sul risvolto di copertina, la Bellomo è indicata anche come autrice di pubblicazioni a tema storico, frutto della sua esperienza come dottore di ricerca in Storia Antica. Con ammirabile maestria, l’autrice è riuscita a mescolare le sue puntuali conoscenze di storia romana con la seduzione che un romanzo deve inevitabilmente possedere. La trama è solida, i personaggi ben costruiti, la vicenda così verosimile da rendere difficile scindere gli eventi reali da quelli inventati.
Perché leggere La ladra di ricordi: perché è un libro giallo ma con precisi richiami storici, perché è originale e ben scritto, perché si legge velocemente pur essendo un corposo romanzo di trecento pagine. E perché, come per altri libri di cui ho già scritto, è l’opera di una bravissima scrittrice italiana.
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