La felicità del cactus (titolo che, pur richiamando quello originale, “The cactus”, in italiano suona orribile) è il primo romanzo di Sarah Haywood, uscito in Italia nel 2018 per Feltrinelli. Protagonista è Susan Green, tranquilla quarantacinquenne con un impiego pubblico, un appartamento a Londra, una madre a Birmingham che vede poco e un fratello che vorrebbe non rivedere mai più. La sua vita è serena e prevedibile, perfettamente organizzata e soddisfacente, almeno finché qualcosa non inizia ad andare storto. Tentando di ignorare alcuni cambiamenti e di combatterne degli altri, Susan dovrà lei per prima cambiare, mantenendo sì le sue spine, come i cactus che tanto ama, ma imparando anche a fiorire.
Il punto di forza del libro. Il punto di forza di La felicità del cactus è anche l’aspetto che si è attirato qualche critica. Susan infatti può apparire antipatica, fuori dal mondo, addirittura irreale per il fatto di non usare i social network, di non voler familiarizzare con i colleghi di lavoro e, soprattutto, di essere estremamente gelosa della sua privacy. Posto che persone come Susan esistono veramente (chiunque ne conosce almeno una), è proprio questo suo essere particolare che ne fa un personaggio originale e interessante. La Haywood ha quindi creato una protagonista autentica, che evolve in modo credibile nel corso del romanzo e, proprio per questo, sa farsi apprezzare dal lettore, pur con le sue buffe idee sulla moda o sui rapporti interpersonali.
Perché è un libro da leggere: perché La felicità del cactus è scritto in maniera fluida e scorrevole, ed è divertente seguire le vicende di Susan, avanti e indietro tra Londra e Birmingham, mentre tenta di venire a capo degli imprevisti, anche molto piacevoli, che le sono capitati. E perché bisognerebbe imparare da Susan, ad esempio a usare di più la razionalità, invece di ragionare solo “di pancia”, e magari anche a infischiarsene di quello che pensano gli altri di noi e soprattutto a dedicare più tempo alla vita reale.
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