Genere: saggio
“Della filosofia e dei gatti”, di Federica Sgarbi, è uscito nel 2009 per Ugo Mursia Editore. È un libro un po’ atipico, un piccolo saggio, che mescola i gatti del canile di Ferrara con Kant, Schopenhauer, Pitagora e molti altri. Decisa a fare qualcosa per aiutare gli ospiti del gattile della sua città, l’autrice racconta dell’iniziativa da lei promossa: pubblicare sui giornali locali piccoli articoli, in poesia o in prosa, per presentare i gatti, che sono lì ospitati, a dei potenziali nuovi padroni (e mi si passi il termine, dal momento che stiamo parlando di gatti).
Il punto di forza del libro: è la facilità con cui la Sgarbi riesce ad accostare il pensiero profondo, e a volte complesso, di eruditi e filosofi, con le storie semplici, e purtroppo tristemente comuni, di gatti abbandonati. Ma anche la freschezza che permea tutto il libro, grazie ad originali aforismi (Non mi dispiace che il gatto rivendichi un proprio spazio. A patto che il suo spazio non sia il centro della mia schiena alle quattro del mattino – Maynard Good Stoddard), commenti di personaggi noti (Ho visto guarire più persone grazie alla compagnia di un gatto, di quanto non abbiano fatto tonnellate di medicine – Enzo Jannacci), battute divertenti (Uno scrittore senza un gatto é inconcepibile. Certo é una scelta perversa, perché sarebbe più semplice scrivere con un bufalo nella stanza, piuttosto che con un gatto. Si accucciano tra i vostri appunti, mordicchiano le penne e camminano sui tasti della macchina per scrivere – Barbara Holland) e pure conclusioni che fanno riflettere (Mentre non tutti coloro che abusano di un animale diventano serial killer, di fatto, qualsiasi serial killer ha precedentemente abusato di un animale – R. Lockwood).
Perché leggere Della filosofia e dei gatti: perché, così sospeso tra la cronaca di un gattile e le citazioni filosofiche, è un libro veloce e piacevole. Un libro che ci dimostra che anche attraverso l’amore per gli animali possiamo riscoprire il senso profondo della nostra umanità.
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