I sotterranei di Notre Dame, di Barbara Frale

Dire che I sotterranei di Notre Dame è un romanzo storico è riduttivo. Ci sono, è vero, iI sotterranei di Notre Dame di Barbara Frale riferimenti storici, accurati e circostanziati come solo una studiosa come Barbara Frale poteva riportare. Ma c’è soprattutto la narrazione, intrigante come la sceneggiatura di una serie TV.

Pare quasi che, dopo il successo di Umberto Eco e del suo Il nome della rosa, siano rimasti solo gli autori stranieri, americani in primis, a raccontare la Storia del nostro Paese. E che lo sappiano fare meglio di noi, con più passione forse, sicuramente con più popolarità. Eppure, a cercare bene, la recente letteratura italiana è piena di ottimi scrittori che hanno scritto romanzi storici, e Barbara Frale va sicuramente messa tra questi.

I sotterranei di Notre Dame, uscito per Newton Compton Editori nel 2018, narra del Re di Francia, Filippo IV, detto il Bello e di sua moglie Giovanna di Navarra, di Papa Bonifacio VIII e di tutta una cerchia di conti e contesse, cardinali e chierici, medici e bibliotecari, a cui si aggiunge pure un Dante Alighieri in missione a Roma per conto del fiorentino Consiglio dei Cento. Siamo nel 1301 e il medico di Filippo il Bello, Arnaldo da Villanova, è scappato da Parigi e ha chiesto rifugio e protezione al Papa. Arnaldo nasconde un segreto, che potrebbe minare il futuro della monarchia capetingia, e Filippo IV è disposto anche a imprigionare un cardinale e a usarlo come ostaggio, pur di costringere il Papa a restituirgli il fuggiasco.

Il punto di forza del libro: è l’intreccio delle vite dei personaggi, che, da brava storiografa, la Frale cerca di far aderire con la massima precisione alla realtà. Quindi, il dizionario dei principali personaggi e temi storici, posto alla fine del libro, vi può essere utile fin dall’inizio per capire chi è figlio di chi, ma soprattutto perché. Tra nipoti che si chiamano come i nonni, figli di primo e di secondo letto, mogli ufficiali e amanti ufficiose, segretari particolarmente solerti e somiglianze imbarazzanti, a volte può capitare di perdere il filo. Ma in fondo nemmeno la vita è sempre così chiara e lineare, figuriamoci un romanzo.

Perché leggere I sotterranei di Notre Dame: perché è avvincente come una serie televisiva, ma anche scrupoloso nel suo attenersi alla realtà storica. Perché definisce il personaggio di Filippo il Bello utilizzando un espediente originale, anche se non subito chiaro. E perché finalmente racconta di questo fascinoso re di Francia, di cui si fantasticava sui libri di scuola a causa di quel suo essere chiamato, appunto, “il Bello”.

Genere: romanzo storico

Qualcosa che somiglia al vero amore, di Cristina Petit

“Qualcosa che somiglia al vero amore” è il primo romanzo di Cristina Petit, pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Tre60. La protagonista, Clémentine, ha appena ereditato da una lontana eCopertina libro Qualcosa che somiglia al vero amore, Cristina Petit sconosciuta parente un appartamento in centro a Parigi. Un appartamento perfetto, non solo per viverci, ma anche per farne lo spazio per sviluppare la sua idea. Tirocinante psicologa, Clementine vuole provare a usare i libri e la lettura per curare i bambini, attraverso la libroterapia. Ma la storia di Clémentine si intreccia con quella di Albert, che la nota un giorno per strada, aggrappata ad un ombrello durante un nubifragio, lei a piedi e lui in auto, fermo a un semaforo. La rivede in metropolitana e se ne innamora, pur non riuscendo a trovare il modo di avvicinarla. Decide quindi di farne il personaggio di un libro, un libro d’amore che riscuote un grande successo. Spinto dal suo editore, Albert prova a rintracciare Clémentine, anche se non ne conosce nemmeno il nome.

Il punto di forza del libro: è il candore che caratterizza i personaggi, estremamente positivi e felici. Un candore che potrebbe rischiare di essere lezioso, se la scrittura della Petit non ne dimostrasse la sincerità e l’effetto quasi terapeutico. Qualche dubbio possono suscitare all’inizio il titolo e la copertina, così simili a quei romanzi d’amore fatti in serie, di così poco spessore e ancora meno coraggio. Ma bastano alcune pagine per avvertire il benefico influsso di questo libro, un libro dove la violenza resta fuori dalla porta e il dolore viene affrontato con pacifica determinazione.

Perché leggere Qualcosa che somiglia al vero amore: perché leggere questo romanzo è come fare un bel tuffo nella bontà, in quel sentimento sdolcinato e appiccicoso, ma anche irrinunciabile e miracoloso. E perché trovare una scrittrice italiana che sappia parlare di amore e di vita in modo così suggestivo è sempre una bella scoperta.

Genere: romanzo d’amore