Genere: romanzo storico
“Terre selvagge”, uscito ad aprile 2014 per Rizzoli, è l’ultimo libro di Sebastiano Vassalli, un autore già vincitore del premio Strega e finalista al Campiello. Racconta della guerra che, ai Campi Raudii, nel 101 a.C., vide confrontarsi i Romani di Mario (e, con risultato opposto, di Silla) con i Cimbri. Alla vicenda reale, raccontata con l’aiuto di fonti storiche e valutazioni di Vassalli, si alterna la parte romanzata, che narra del fabbro Tasgezio, un Gallo, e della figlia di un capo dei Cimbri, Sigrun.
Il punto di forza del libro: è la splendida capacità di raccontare di Vassalli. Che parli di popoli bellicosi, di boschi, fiumi e montagne (le “terre selvagge” del titolo), di astute manovre politiche nella Roma pre-imperiale, di ordinari e sempre identici sentimenti umani, di scontri sanguinosi e degli effetti di tali scontri nella storia moderna e contemporanea, sempre l’autore riesce a catturare il lettore, ad imprigionarlo tra le pagine del libro con la sua scrittura scorrevole ed originale, facile e al contempo accurata.
Perché leggere Terre selvagge: perché già il solo nome dell’autore potrebbe essere garanzia di qualità del romanzo, se non fosse che il libro supera ampiamente le aspettative. È una perla, preziosa e splendente, in una attuale narrativa italiana sempre più caciarona, voieristica e sciatta. Un racconto che si snoda perfetto e lineare, anche quando intreccia gli scritti di Plutarco con i sogni di una ragazza Cimbra, la descrizione minuziosa ed innamorata di paesaggi del Piemonte con la ferocia di vincitori e vinti di una guerra dimenticata.
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