La legione scomparsa, di Rosemary Sutcliff

Genere: romanzo storico

“La legione scomparsa”, pubblicato in Italia nel 2011 da Mondadori, è un romanzo di Rosemary Sutcliff, uscito per la prima volta in Inghilterra nel 1954. Come spiegato nella prefazione del libro,La legione scomparsa l’autrice è partita mettendo insieme due fatti storici: la misteriosa scomparsa della Nona Legione romana in Britannia, nel 117 d.C. e il ritrovamento nel 1866 di un’aquila di bronzo nell’Hampshire inglese. Appoggiando la tesi, controversa, che la Nona sia stata sconfitta da una delle tribù a nord del Vallo Adriano e che l’aquila ricomparsa durante gli scavi archeologici dell’800 ne sia proprio l’insegna, la Sutcliff crea il personaggio del centurione Marco Flavio Aquila, figlio di uno dei comandanti della legione perduta. Marco Aquila, ferito durante uno scontro con i Britanni e congedato dall’esercito, decide di riscattare l’onore della legione del padre, infangato dalla voce che i legionari siano fuggiti di fronte ai Britanni o, peggio ancora, si siano ammutinati, passando dalla parte del nemico. Si mette quindi in viaggio, accompagnato dall’ex schiavo Esca e, fingendosi un medico oculista greco, si addentra in territori pericolosi ed inesplorati, deciso a recuperare l’aquila della Nona e a dimostrare il valore di quei legionari.

Il punto di forza del libro: è la bellissima descrizione dei paesaggi inglesi, paesaggi che la Sutcliff riesce a rendere affascinanti anche quando, per la pioggia e l’umiditá, diventano fastidiosi pure alle rane. A ciò l’autrice aggiunge il racconto della vita di Romani e Britanni del II secolo d.C., creando, con la precisione dei dettagli, un filo invisibile che li unisce a noi.

Perché leggere La legione scomparsa: perché i sentimenti dei personaggi sono descritti con la stessa affascinante accuratezza con cui sono raccontati gli inseguimenti e le battaglie, e il risultato è una narrazione ricca e fluida. E perché il libro è molto più avvincente del film che ne è stato tratto (ossia The Eagle, pellicola, peraltro, con una splendida fotografia).

Le miniere dell’imperatore, di Lindsey Davis

Genere: romanzo storico (giallo)

Le miniere dell’imperatore, è, come cita la copertina, il primo caso per Marco Didio Falco, l’investigatore dell’antica Roma. Uscito in versione originale nel 1989, e arrivato in Italia nel 2002, inaugura una serie di romanzi, in totale venti, scrittiLe miniere dell'imperatore da Lindsey Davis e ambientati nella Roma di Vespasiano. Il consiglio è di leggerli tutti, in quanto tutti degni di recensioni positive.

È la torrida estate del 70 d.C. e Roma, per usare le parole dell’autrice, “sfrigola come una frittella nell’olio bollente”. Marco Didio Falco, squattrinato investigatore dal tagliente umorismo, si trova, per puro caso, a salvare una graziosa e ricca fanciulla da due bruti che intendono rapirla. Il suo altruismo, e la ricompensa offertagli da un senatore, lo porteranno ad indagare su un traffico illegale d’argento, nonché a conoscere la tanto affascinante quanto caparbia Elena Giustina, sua controparte in questa avventura in Britannia (e in molte altre).

Il punto di forza del libro: è la dissacrante ironia con cui Lindsey Davis fa raccontare a Falco le proprie (dis)avventure. Senatori, sacerdoti, familiari, persino l’imperatore e gli dei non sfuggono al suo sarcasmo, che rende tutto il libro estremamente divertente.

Perché leggere Le miniere dell’imperatore: perché è un libro godibile, vivace, con una storia ben strutturata, dei personaggi magnificamente definiti, una scrittura moderna, frizzante e fluida. Falco, la sua strampalata famiglia, Elena Giustina, Petronio, e poi i personaggi secondari, da Smaractus a Pertinace, fino a Vespasiano, Tito e Domiziano, tutti sono caratterizzati in modo dettagliato, ma naturale, senza forzature o generalizzazioni. Anche il linguaggio di Falco a volte è un po’ sanguigno, ma, ovviamente, in linea con il tempo storico e il personaggio. Un libro non da leggere, ma da divorare, caldamente consigliato, così come il seguito,  Misteri imperiali.